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giovedì 3 giugno 2010

Sherlock Holmes - Lotta

Esempio di lotta Wing Chun

L'istinto è un'energia rinnovabile

Da novembre seguo un corso di autodifesa, nello specifico di Wing Chun; è organizzato dal Comitato per le Pari Oppurtunità della mia università. SCOPO del corso: "acquisire le tecniche base di autodifesa e sviluppare i relativi comportamenti di controllo della paura attraverso la pratica del Wing Chun". RISULTATI: "sviluppare l'autocontrollo, rafforzare la personalità, aumentare l'autostima, diventare più sicuri di se stessi e delle proprie capacità di  autodifesa".  Un po' per curiosità un po' perché mi attirano i risultati mi iscrivo. Mi servirebbe davvero aumentare la mia autostima, il mio autocontrollo e diventare più sicura di me e della mia capacità di autodifesa soprattutto per attacchi di natura non fisica. In realtà penso che sia possibile subire un'aggressione da parte di qualche malintenzionato ma le paure che sento di più sono quelle che non posso toccare, quelle con le quali non posso fare a botte. All'inizio il corso non mi stimola granché ma poi diventa interessante, imparo a dare pugni, calci, l'entusiasmo sale come dinanzi a qualsiasi cosa sconosciuta... divento sempre più curiosa lezione dopo lezione, voglio imparare. Ed è anche divertente, di tanto in tanto con le ragazze iniziamo ad allenarci e prova che ti riprova alcune mosse le risate sono abbondanti. I maestri sono simpatici e ci propongono le situazioni più disparate. Finché un giorno la lezione prende una piega che mi colpisce molto. I maestri abbassano le tapparelle e ci bendano, ci mettono tutte distanti l'una dall'altra. Ci attaccheranno e vogliono che reagiamo così, bendate, perché dobbiamo imparare a reagire d'istinto, senza pensare troppo a COME rispondere, DIFENDERCI e REAGIRE SUBITO, D'ISTINTO, SENZA PENSARE, SPEGNERE IL CERVELLO. Queste parole rimbombano nella mi testa, comincio ad andare in ansia... ci dicono ascoltate i rumori attentamente, l'aggressore che si avvicina, cercate di percepire da che lato vi attacca... sono bendata, non vedo nulla, odio perdere il contatto visivo, odio perdere IL CONTROLLO... mi metto sulla difensiva, irrigidisco le gambe e le braccia sono già tese... non abbiamo ancora iniziato, il maestro mi tocca per spostarmi più in là... credo mi stia già attaccando e sto per reagire... "no no aspetta non ho ancora fatto nulla"... come al solito la paura mi offusca l'attenzione, perdo il tempo, sono PREVENUTA... INIZIAMO... loro cominciano a correre, a far cadere oggetti a terra, si sente l'attrito delle scarpe sul pavimento... aguzzo le antenne, sono tesissima, non distinguo bene i rumori, sento i respiri di tutte noi che si fanno più intensi... "si avvicinano, si allontano, stanno per attaccarmi, da che lato arriveranno?"... ecco hanno attaccato qualcuna, si sentono i suoni dei colpi, i movimenti sono più veloci, c'è una tensione incredibile, sono tesissima, rigida, paralizzata e allo stesso tempo con voglia di sciogliermi, di scaricare questa tensione... "quando sarà il mio turno?"... la benda mi copre completamente, non vedo nemmeno ombre o spiragli di luci... odio essere succube di me così, aver paura di non essere all'altezza di una prova, "quando finirà?"... mentre mi perdo nel pensiero arriva "l'aggressore", mi prende per un braccio e mi trascina, devo riuscire a liberami, lo colpisco al polso, non molla la presa, cerco di essere più incisiva nel colpo, secco, bam... mi lascia... "e ora dove sono?"... qualcun altro mi arriva addosso, è una compagna infatti la sua presa è più debole... rumori assurdi intorno a me, c'è un gran caos, ognuno sta attento alle mosse dell'altro, ai passi dell'altro, qualche "ahi", "mamma mia" fa da sottofondo musicale... mi riattaccano, mi prendono in braccio, "e ora come mi libero?", sferro colpi al collo e alle braccia per far si che mollino la presa, non ci riesco, il maestro mi urla "più forte, più forte", ci provo ma non riesco ad essere più forte di così... mi lascia... la lezione termina, si rialzano le tapparelle, ci togliamo le bende... tutte commentiamo, chiediamo spiegazioni o suggerimenti, il maestro ci dice di portare ognuna un foulard per la prossima volta... sono sfinita, vorrei crollare a terra dalla stanchezza, è stato un esercizio che ha richiesto l'impiego di qualsiasi tipo di energia, tensione muscolare, emotiva, concentrazione, attenzione, prontezza di riflessi, scatto... mi sento stanchissima, come se avessi sollevato chili e chili e chili o come se avessi studiato per 10 ore di fila... mi è venuta una gran fame però allo stesso tempo mi sento leggera, come se tutta la paura di perdere il controllo di me si fosse sciolta... nel riaprire gli occhi ho tirato un sospiro di sollievo e tutta la tensione accumulata si è sciolta con la benda... mi resta addosso una stanchezza rigenerante... ho portato a galla due cose quel giorno, uno quanto odi non perdere il dominio di me, voglio controllarmi! Due, non ci riesco quasi mai perché il più delle volte non mi fido di me, non mi affido a me... ho la presunzione di credere che restando sempre attenta e vigile come un pugile non perderò la testa e invece, ahimé, tutto questo mi sfinisce, mi atterrisce, mi consuma mentre lasciar fluire gli stimoli nervosi mi allegerisce... l'istinto è un'energia rinnovabile...

Foto: Kill Bill volume 1 di Quentin Tarantino, Usa, 2003