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martedì 4 maggio 2010

Una primavera calcistica


Sognando Beckham di Gurinder Chadha
Oggi mi sono svegliata con la testa leggera eppure pesante, sto uscendo quasi ogni sera e non mi faccio mancare diversi bicchieri di vino che mi rendono prima allegra e poi mi conciliano il sonno... sorvolo la parte centrale in cui chiamo mio fratello in preda ad una crisi d'ansia. Mi dico che le cose vanno come vanno e basta, che l'unica cosa che si può fare è accettare che gli eventi abbiamo preso una piega piuttosto che un'altra o accettare che non siamo stati in grado con le nostre azioni di muovere verso un altro tipo di strada, perché non ci siamo impegnati abbastanza, perchè abbiamo capito troppo tardi qual era la mossa giusta da fare o quella sbagliata da evitare, perchè, perché, perchè... perchè ce ne potrebbero essere più di quanti ne potremmo immaginare... Accettare e andare avanti, pazientare facendo un bel respiro. Ultimamente ansimo invece di respirare profondamente. Inspirare, espirare cacciando via il negativo, lasciando che fluisca fuori... inspiro e mi resta un groppone sullo stomaco. "Al respirar non riesco ad immettere l'aria che  inalando mi porti il mondo dalla mia parte... respirare così forte che si rompa l'aria ...forse non respiro per non soffocare...." Sono iranconda. Lo sono stata 24 ore su 24 nelle ultime 72 ore e le vittime sono sempre le stesse, chi più mi è vicino subisce le mie sciocche rispostine con una spolveratina d'ira sopra... giusto un velo che rovina la conversazione e mi lascia la insulsa, e mai risolutiva, sensazione di scaricare i nervi. Non è mai così! Appena ragiono un po', e mi calmo tra me e me, scatta il senso di colpa per aver detto o fatto delle inutili considerazioni arrabbiate, per aver inquinato l'ambiente con le mie pedanti idee, per aver messo il muso e aver fatto i capricci come una bambina di 5 anni, fosse anche solo per 5 minuti. Forse dovrei andare a correre o fare ginnastica per eliminare tossine invece di incamerarne altre sotto forma di alcool. Ma ho avuto un 2009 pieno, bellissimo e distruttivo, non riesco ad abituarmi al fatto che sia finito di botto, senza preavviso e senza lasciarmi il tempo di farmi uno schema emotivo che mi permettesse di recuperare le forze per affrontare al meglio un 2010 così indefinibile più che indefinito. Nessuna corsa, nessuna psicologia sul 2009 o sulle prospettive passate e future (il presente oggi non esiste), quello che mi ci vorrebbe davvero sarebbe l'arrivo della primavera. Ma una primavera che abbia un minimo di costanza... ho avuto una giornata di primavera, di profumi inebrianti, di colori vivaci, di odori selvatici... sto imparando a giocare a calcio o meglio le regole, mi piace che mi si passi la palla, che mi si metta al centro dell'attenzione e i rigori che si battono alla fine possono essere eccitanti ma non credo sia uno sport che possa educarmi, non sarò mai una tifosa scalmanata... è una passione che può durare una stagione, come un'amante di passaggio mentre si aspetta il vero amore... credo che imparerò solo a calciare bene, mi prenderò la soddisfazione di qualche paio di goals cercando di stare molto attenta alle invasioni nella mia metà campo, ho un avversario imbambolato  dalla mia gonnella ma molto furbo...  ho avuto una giornata di primavera e forse ne avrò altre ma oggi sono già tornate le nuvole... non importa, per ora mi interessa solo imparare a dare qualche calcio...

mercoledì 28 aprile 2010

Il troppo sentirsi

Qual è il vero problema? Il sentirsi in sé? Il sentirsi troppo? E la soluzione sarebbe il sentirsi poco? Forse non è il quanto ma il come? Bene, male, in modo amorevole, in modo nervoso? E qual è la differenza? Se mi sento troppo e bene porto a galla tutto quello che mi fa male e tanto; invece se mi sento poco e male non ci faccio caso perché ignoro le mie stanze oscure? E perché alcuni sentono più e più forte di altri? Il problema è come ci sentiamo allora... non cosa sentiamo... o meglio come lo elaboriamo... io ho sempre sentito a volumi da concerto, da cori da stadio, da urlatori arrabbiati... eppure ho avuto una buona dose di carezze pronte a placare quello che non mi piaceva sentire, il come mi sentivo... ma non basta, chissà perchè non basta mai... o non me lo faccio mai bastare... Ignorare l'opaco è meglio di rischiararlo? O sono due lati della stessa medaglia? Possono essere due modi di affrontare uno stesso problema? Alle volte mi piacerebbe essere incosciente di me e del circostante, cieca, sorda e muta... un po' come un testimone oculare omertoso... ma posso scegliere di non testimoniare me stessa? Posso negarmi, annichilirmi, annullarmi? No! Non solo non posso ma nemmeno lo voglio... Odio la mia filosofia dei contrari che mi spinge a me e mi respinge da me, mi amo e mi odio, mi accarezzo e mi rifiuto... Non sono nient'altro che una serie di puntini che uniti formano il mio carattere ricco di sfaccettature, la mia personalità divisa e contrastante, unica e frastagliata... rassomiglio sempre più ad un ossimoro e non so mai da quale lato della bilancia pendere... mi viene sempre in mente Orazio, in medias stat virtus, in medias res, la via di mezzo è lastricata d'oro... suona così bene... la via di mezzo è lastricata d'oro... quasi rimbomba, fa eco e si dirama sempre più in fondo, poi torna indietro e  si fa spazio in me... ma non è per me... non sarò mai equilibrata, sono sempre stata una da posizioni nette, mai centrali... o destra o sinistra, o su o giù, o tutto o niente, o la faccio per bene o non la faccio proprio...o prosa o poesia, o dramma o commedia... sono caotica, vulcanica, un pout purri di stati d'animo e sensazioni diverse... ma come tutte le persone incasinate e incasinanti ho dei punti fermi anche io altrimenti crollerei, mi sgretolerei in mille frammenti senza possibilità di ricompattarmi... e allora mi dico che questo mio modo di sentirmi è il mio boia e il mio salvatore... perché per il troppo sentire le stanze oscure, le paturnie, il dolore, il negativo c'è la controparte  del troppo sentire il positivo, l'entusiasmo, la magia, la poesia; salto in cielo e gioco a carte con Zeus, strimpello con Apollo e vado dal parrucchiere con Eva... il troppo è totale, non esclude nulla, ti atterrisce e ti salva e viceversa... e improvvisamente mi rilasso...

Immagine tratta da http://viacassetti14.blog.kataweb.it/files/2009/02/confusione.jpg

domenica 25 aprile 2010

é stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati?

An Education di Lone Scherfig
"E' stato meglio lasciarci che non essere mai incontrati?" Pues si... a pesar de todo lo que he sufrido por el "después", a pesar de las noches que me estoy pasando en blanco, a pesar de lo ser tan iracunda, a pesar de levantarme un dìa si y otro tambien con el pié izquierdo, a pesar de la desesperación que se siente al sentirse sin tu... a pesar de todo esto y de lo que todavìa tendré que aguantar antes que pueda estar bien y volver a enamorarme otra vez, a pesar  de todo esto y de mucho más que no se puede decir con las palabras... yo te dijo que si, mejor sufrir todo esto que no haberte conocido nunca. Porque eres lo mejor que me ha pasado hasta ahora aunque haya tenido cosas mejores que tu... la verdad es que eres lo Único que he visto hasta ahora, nunca habia tenido ojos abierto como por mirar a ti.. no se que fue, si tu "maldita dulzura", si tu simpatia tan discreta, si tu cara bonita con aquella sonrisa tan buena, tan generosa, si tu darme un beso, sin que yo te lo pidiera, en el exacto mientras en que lo queria ... a vecez me leias en la cabeza y a veces no entendias nada... igual fue todo y el contrario de todo... nadie antes habia logrado que se me muviera tanto el corazon, igual nunca se habia movido... lo que está antes de tu solo fue... fue nada que te pareció... igual eras mi media naranja o solo una muy buena mandarina de la que ahora solo queda un buen olor de primavera y un muy fuerte sabor de morriña... pero no importa porque como dice Barbra Streinsand "Aguantamos todo esto porque coño hasta que dura no hay nada mejor del amor"