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sabato 11 giugno 2011
lunedì 16 agosto 2010
Fabrizio De André - Hotel Supramonte
Sono vittima di una particolare stanchezza in questi giorni, soprattutto fisica ma anche mentale, quindi non mi sforzo quasi per nulla, faccio solo cose che mi va di fare e appena mi sento affaticata mollo... leggo molto, riviste, libri lasciati in sospeso o a cui volevo dedicarmi da tanto e che per i mille "poi, quando ciò che sto facendo ora sarà terminato" sono lì fermi da mesi, prendono polvere piuttosto che essere presi in mano da me, film, guardo un film al giorno riducendo così la lunga lista di pellicole che il mio blocknotes mentale ha annotato, faccio cruciverba, questa è una nuova cosa, non mi ci ero mai dedicata con costanza in vita mia, ascolto musica, quella che amo da sempre e quella nuova... in sostanza ozio come la cicala aspettando di ridiventar formica... sono un po' perduta nel mio ordine discreto perché non viaggio, non rido, non vivo mentre il tempo scorre come un signore distratto, incurante del circostante che ti aspetta sempre al varco per presentarti il conto, e come un bambino che dorme, inconsapevole di ciò che attorno a lui accade e cullato da sogni fanciulleschi e beati...
E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo
tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
e una lettera vera di notte falsa di giorno
e poi scuse accuse e scuse senza ritorno
e ora viaggi vivi ridi o sei perduta
col tuo ordine discreto dentro il cuore
dov'è il tuo ma dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.
Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere
e un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve
sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete
passera anche questa stazione senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
ma dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.
E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
ma dov'è finito il tuo cuore, ma dov'è finito il tuo cuore.
tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
e una lettera vera di notte falsa di giorno
e poi scuse accuse e scuse senza ritorno
e ora viaggi vivi ridi o sei perduta
col tuo ordine discreto dentro il cuore
dov'è il tuo ma dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.
Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere
e un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve
sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete
passera anche questa stazione senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
ma dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.
E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
ma dov'è finito il tuo cuore, ma dov'è finito il tuo cuore.
giovedì 22 luglio 2010
A ladro, a ladro!
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Essere John Malkovich di Spike Jonze |
Sono stata per una settimana e poco più in un labile stato di grazia che sembrava prolungarsi per tantoooo tempo... ma essendo appunto labile doveva finire, si avvia alla sua conclusione... sarà perché ieri ho trascorso più di due ore con ben due!!non una ma due!!coppie almeno all'apparenza felici, sarà perché per quanto vada avanti mi sembra che i miei passi siano così lenti e quindi impercepibili, sarà che ho riletto qualche tua vecchia mail e senza volerlo mi sono commossa perché era dolcemente simpatica e semplice... la simpatia e la dolcezza poco c'entrano, perché era tua! Sarà che voglio un abbraccio nuovo e sentito ma vedo solo vecchie armi, sarà che voglio un bacio ma non mi attirano le labbra di nessuno... sarà che voglio entrambe le cose... sarà che ho gli occhi sempre stanchi e più riposi più mi sembra di sentirmi confusa... sarà che ho ripreso a fare sogni strani e strambi... sarà che sarà così... sarà la transizione, la scossa d'assestamento, la ricostruzione che è sempre lenta e faticosa a fronte di una distruzione istantanea e semi-totale... tu credi sia così ma prima di traballare il sistema nervoso accumula un bel po' e il cuore prima di rifiutare qualsiasi stato di calma e pazienza incassa parecchi scossoni... sarà che la tristezza è gratis come dice De Andrè e ogni tanto ne facciamo scorta... sarà che trovo tutto vecchio ed intollerante, anche il tuo pensiero è così nervoso e malinconico, quasi ti odio a tratti perché non torni ma neppure vai... stai in biblico con me, sull'altalena... mi è capitato due volte nella mia vita di perdere il portafogli con i documenti e tutto il resto... una volta mi cadde in un locale, la seconda me lo rubarono in metro a Madrid, la sciocca boluda che sono era troppo impegnata a stamparsi il sorriso in faccia all'idea che tra 48 ore ti avrebbe rivisto per stare attenta a chiudere come si deve la borsa... entrambe le volte una scocciatura assurda, denuncia, rifai documenti, fai foto del formato adatto, stai appresso ad impiegati del comune che ti fanno perdere le staffe ogni 3 parole... ogni volta che ho dovuto rifare i documenti ero in una fase di mutamento o questa era già terminata... ero una nuova me e anche il mio viso lo delineava quindi nuova foto, nuova identità, stessi dati... ho fatto un sogno, perdevo la mia borsa sulla metropolitana in argentina... non la perdevo, la dimenticavo, forse volutamente... e poi mi agitavo come una matta perché dovevo ritrovarla, DOVEVO, e l'impiegato dell'ufficio non mi dava ascolto, anzi dava priorità a due signore venute dal secolo scorso ma arrivate dopo di me... alla fine dopo vari minuti di mie urla e scenate mi si rivolgeva più gentilmente e mi dava una mano... nessuna traccia della mia borsa... cammino sconsolata col mio amico per le strade di chissà quale città argentina, è sera, ci sono negozietti antichi in chiusura, colori matti, la luce pacata dei lampioni ci accompagna... io cammino silenziosa e pensierosa... non ho nulla né soldi né identità dovrò tornare a casa, non posso restare... non voglio tornare a casa... non voglio mai tornare a casa in realtà... mi hanno rubato l'identità, tutto quello che mi delinea mi è stato rubato... un momento non è così! Ho lasciato io volutamente o per distrazione la borsa in treno.... è una mia responsabilità in entrambi i casi: o mi sono abbandonata o mi sono distratta, mi sono dimenticata di me... perché urlo che mi hanno derubata allora? Perché cerco sempre di de-responsabilizzarmi per tutto quello che ha a che fare con la mia anima... Perché lascio la mia identità sul treno? Perché decido io quando perdermi e trovarmi, quando abbandonarmi e ricercarmi, quando cullarmi e quando prendermi a schiaffi... o forse perché volevo che qualcuno la trovasse, la scoprisse, magari la apprezzasse e la amasse oppure la rimettesse a posto e me la rimandasse decostruita e ri-assemblata nel giusto modo... forse sono solo annoiata e confusa e non voglio prendermene cura, non so farlo e per quanto ci provi non la porto mai dove vorrei realmente stesse... oppure l'ho abbandonata perché volevo liberarmene definitivamente, tagliare con essa e partire da zero creandone una nuova dato che la vecchia non mi ha dato altro che soddisfazioni cerebrali e transitorie... chiudere col passato opprimente per sempre, lasciare che si perda in mezzo al mondo e non torni più a me... si si, lo so, il passato è come la storia maestro di vita, non voglio più maestri di vita... voglio compagni di vita... non mi serve un nome, un cognome, una data di nascita, un numero di previdenza sociale... questi dati scadono e si rinnovano ogni cinque, ogni dieci anni ma io ogni giorno sono diversa da ieri e uguale a domani... il mio stato di grazia va via lentamente, si allontana ora dopo ora, ancora non mi manca, sento il suo odore... mrs tristezza-sempre-uguale e che non si cambia mai d'abito si avvicina... la accolgo male, taciturna e indifferente ma mesta... continuo a far ciò che sto facendo e fingo di non notarla, la ignoro eppure è l'unica che mi fa compagnia e mi spinge a scrivere... Che fare? Voglio scacciarla in malo modo, crudelmente, istericamente ma non posso... ho lasciato la sgarbataggine nella borsa sul treno insieme a tutto il resto dell'identità... non posso far altro che aspettare, così com'è venuta andrà via... qualcuno la invocherà... "adda passà 'a nuttata"
venerdì 18 giugno 2010
Fabrizio de André - Khorakhané (A forza di essere vento)
In assoluto la mia canzone preferita...
"Saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura..."
Poserò la testa sulla tua spalla
e farò un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
e farò un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa
diventi casa
chi sarà a raccontare
sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò questa corrente d' ali
io seguirò questo migrare
seguirò questa corrente d' ali
(Fabrizio de André)
giovedì 17 giugno 2010
C'è solo la strada su cui puoi contare... c'è solo la strada per conoscere chi siamo....
Torno da una serata di musica, un concertino in un paesello di provincia, uno di quei paeselli in cui ci sono solo due bar che non si fanno concorrenza, una farmacia e una banca - quella non manca mai - l'unica cosa nuova è l'insegna della stazione con inciso il nome; e ti stupisci al vedere come Trenitalia arrivi anche qui... paesello sperduto in cui ti spareresti dopo tre ore se ci vivessi, concerto di un giovane cantante di queste zone che si sta affermando velocemente in tutta Italia perché ha vinto il premio per il miglior disco esordiente... ti chiedi come mai suoni in questo anfiteatro che non ha nulla di un anfiteatro, con un blando pubbblico e tre chioschi alla buona dove però puoi comprare degli ottimi panini con salsiccia nostrana e cullurielli, per la birra bisogna accontentarsi o di una dreher o di una moretti o di una tuborg... l'aria serale è freschetta e tradisce la calda giornata di sole appena trascorsa, il cielo è coperto di meravigliose e lucenti stelle... e bè io in città avrò qualche supermercato e negozio in più ma alla notte non vedo nemmeno un terzo di questo spettacolo... mi incanto a gurdare un cielo così bello, terso senza nemmeno una nuvola e con tutti questi occhietti luminosi che scintillano... non ne vedevo uno simile, bhuff dalla scorsa estate credo... alzo gli occhi e spero cada una stella... che desiderio vorrei esprimere? Uhm, non so, al momento di stringere non mi viene mai in mente una risposta diretta e sicura... sono con i miei vecchi amici, quelli con cui "sono cresciuta" ma forse solo cronologicamente, nel tempo ma non nello spazio, interiore... sembra di essere tornati indietro nel tempo quando eravamo ancora "piccoli" e pogare a un concerto mangiando un panino e bevendo qualche birra era il meglio che si potesse chiedere ad una serata... tutto il resto era dato dall'effervescenza dei 17 anni e dalle nostre scarpe da tennis consumate... ora siamo così diversi, ci stiamo definendo, questa cosa mi spaventa, è come se ognuno stesse terminando il cammino che termina in una casa... la stabilità... è così triste, voglio continuare a vedere strada, sentieri, alberi e prati ai lati, le nuvole che si sfumano in lontananza e il sole che si tuffa nel mare... non voglio che tutto questo finisca e porti tra quattro mura, schematiche, definite, quasi indistruttibili... perchè cercano una via definitva? Una mia amica si è da poco laureata e il giorno prima della seduta si è scoperta insoddisfatta e infelice, con la voglia di tornare indietro e ripetere tutto daccapo in quei 5anni, ora l'unica cosa che vuole è trovare un posto fisso, non importa che non abbia nulla a che fare col tipo di studi che ha effettuato, "magari in banca dove stai là, fai poco e niente, stacchi alle 2 e hai pure il pomeriggio libero", e tra un paio d'anni sposarsi... un altro si è scritto alla specialistica fuori ma dopo nemmeno 3 mesi erano più le volte che tornava a casa che non quelle che si godeva il nuovo ambiente, ora è tornato, gli mancano gli ultimi due esami forse da un anno e si è trovato un lavoretto in un call center... vuole laurearsi e vivere per sempre qua... un'altra studia fuori e vive una situazione di estremo disagio nella sua città universitaria perchè non è riuscita a crearsi nuove amicizie, in più cambia spesso casa perché non si trova mai bene con le coinquiline, il risultato è che scende a casa a studiare prima di un esame e ha solo qui la sua vita sociale... potrei continuare l'elenco... e Io? Sono l'unica che vuole andar via da questo posto, che non cerca stabilità materiale ma dello spirito, vorrei che il mio cuore fosse forte non il mio conto in banca, vorrei un innamorato non qualcuno che mi metta la fede al dito, vorrei il lavoro che mi emoziona, nel campo per cui ho studiato e acquisito conoscenze, voglio vivere ogni anno in una nuova città, imparare una nuova lingua, vorrei che il mio futuro fosse un cammino lungo, interminabile, un continuo alternarsi di sole al mattino e stelle alla notte... vorrei andare un anno a parigi e imparare il francesce, scrivere romanzi seduta ogni pomeriggio in un caffè letterario diverso, l'anno dopo a Londra dove ascolterei musica di ogni sorta nei suoi mille locali underground e vorrei comprare mille meravigliosi e colorati ombrelli che mi difendano dalla sua pioggia... imparare a ballare il tango in Argentina e la sevillana in Andalucia, vedere un musical a Broadway...vorrei che tutte le mie fantasticherei vive e cangianti da quando avevo 8 anni diventassero realtà anno dopo anno senza che la paura del tempo che scorre possa farmi venire l'ansia del dover lavorare sodo per una stabilità necessaria, il mutuo per la casa, il fidanzato per sposarsi, fare un figlio prima che l'orologio biologico faccia tic tac tic e pum fermandosi, e le rughe e la solitudine e coltivare per raccogliere, e dire e poi fare... prevenire per non curare... responsabilizzarsi per non subire le conseguenze dell'insensatezza.... io voglio solo muovermi, solo muovendomi posso salvarmi dalla morte, dalla vecchiaia, dalla depressione, dalla tristezza che mi fa non riuscire più a ridere a squarciagola con le persone con cui ho imparato a farlo, dalla tristezza che mi fa pensare che ho 25 anni e sono tanti perché mi sento ferma, perchè mi muovo così lentamnte che qualsiasi cambiamento io faccia è troppo poco in confronto all'avanzamento che il mondo fa... non voglio laurearmi e affannarmi a fare qualcosa che non mi piace, sono terrorizzata all'idea di diventare quadrata per paura... voglio l'amore quello vero, e se non posso avere te non voglio nessun altro che non ami quanto te o più di te... non voglio accontentarmi per paura di restare con nulla... non voglio respirare se sono già morta... voglio ballare e ridere e cantare... voglio la mia cattiva strada da percorrere avanti e indietro finché non mi verrà voglia di fermarmi... "C'è solo la strada su cui puoi contare, c'è solo la strada per conoscere chi siamo" e perché "c'è amore un po' per tutti e tutti quanti hanno un amore sulla cattiva strada..."
Foto: Elizabethtown di Cameron Crowe
sabato 29 maggio 2010
Se mi lasci ti cancello???
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Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry, 2004 |
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se mi lasci ti cancello
martedì 25 maggio 2010
Un uomo senza sogni sarebbe un cinghiale laureato in matematica
Ho sempre adorato Faber, credo sia stato il mio primo amore ed è uno di quegli amori che non finiscono mai... ho iniziato ad ascoltarlo quando avevo 14, 15 anni e mi trasmetteva già qualcosa anche se credo che ancora non lo capissi granché, ero una ragazzina con una personalità e un carattere ancora non formato e in evoluzione per avere un contatto pieno con un tipo di musica e di poesia che esprimeva temi così importanti in modo così profondo; però qualcosa di implicito e di ancora a me sconosciuto mi avvicinava alla sua voce, alle sue canzoni, alle sue idee, alla sua poesia... la cosa che più mi stupiva quando iniziavo a conoscerlo è che più lo ascoltavo più non mi stancava, più lo ascoltavo più scoprivo che c'era qualcosa da scoprire, da interpretare, da contestualizzare... quello che lo ha reso unico per me era che aveva un effetto quasi lenitivo sulla mia inquietudine, mi sembrava ascoltando la sua musica e le sue parole che comunicasse direttamente con me, non era un'azione a senso unico la mia ma era come se molte domande, molti pensieri che sentivo dentro trovassero un interlocutore in De Andrè... sembrava mi capisse più di chiunque altro al mondo pur non avendomi mai parlato... la forza delle parole, della poesia, del saper esprimere l'animo immenso che aveva... e poi quando ne ascoltavo le inteviste? Restavo a bocca aperta una persona di un'intelligenza lucida e mai banale... nei momenti in cui mi sembra tutto indefinito De André mi viene in aiuto perchè mi emoziona sempre, mi fa riflettere, mi fa vibrare e mi stimola... tanti piccoli brividi mi accarezzano la schiena perchè "un uomo senza utopie, senza slanci e passioni sarebbe un cinghiale laureato in matematica pura..."
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martedì 11 maggio 2010
Que será será
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Il pensatore di Rodin |
Da quando scrivo questo blog mi tornano alla mente tanti piccoli episodi, sensazioni, attimi della mia infanzia che avevo rimosso, che non ricordavo nemmeno di aver vissuto. Mi tornano alla mente come un film non ancora montato, immagini sporadiche, disordinate che spesso a fatica riesco a mettere in ordine perchè è passato troppo tempo e non trovo la chiave di certi cassetti o il giusto pezzo per ricomporre il puzzle. Un paio di giorni fa io e mia madre siamo andate in paese, quello dove trascorrevo l'estate con mia nonna e mio fratello quando mamma lavorava, quello dove mi sbucciavo le ginocchia, non ci andavamo da un secolo forse.... mi è sembrato fosse passata una vita intera... che strano ci stavo 2 o 3 mesi all'anno in pianta fissa e poi finché nonna non tornava in città andavamo quasi tutti i fine settimana a trovarla. Quindi una strada che dovrei conoscere centimetro per centimetro quella che porta da qui a lì... e invece non mi ricordavo quasi nemmeno come ci si arrivasse, infatti ho sbagliato percorso e mamma si è anche incazzata perché abbiamo allungato e perso tempo. La strada che porta in paese è una statale o forse nemmeno, diciamo che è un pezzo di cemento in mezzo alla campagna verde, campi e campi di verde. Faceva caldo, era tarda mattinata quindi abbiamo abbassato i finestrini sperando in un po' di vento che rendesse più piacevole e meno afoso il tragitto... è stato in quel momento che mi è tornata a far visita tutta la mia infanzia.. abbassando i finestrini... l'odore del concime proveniente dai campi e il cicaleccio della primavera di campagna... mi sono ricordata, d'improvviso come se avessi preso la scossa, tutti capricci che facevo affinché mamma rialzasse i vetri perché non potevo sopportare quell'odore, l'odore della natura... e da lì una discarica di ricordi mi è piovuta addosso... più che un post potrei scrivere un romanzo tanti sono... poi stamattina per caso ho ascoltato Que serà serà di Doris Day e il gioco è fatto! Ultimamente mi sembra di vivere nel passato, non nel senso negativo del termine o forse si, però senza poter controllare la mia mente miliardi di ricordi mi assillano, il futuro e il presente mi sembrano in sciopero... strano per una che è stata una bambina petulante, con la voce squillante e che non stava mai ferma... una vera rompiscatole diciamoci la verità, molto vivace... ho sempre vissuto il presente senza rendermi conto che lo vivevo, agivo e basta senza pensarci troppo... quando mi metto a pensare mi blocco il più delle volte, soffro di panico da futuro perché, come tutti credo, vorrei che fosse pieno, o forse non c'è un giusto aggettivo, vorrei solo che fosse come vorrei, innanzitutto più scorrevole. In ogni caso sono sempre stata una che guardava molto al passato (anche quello rimosso perché cercavo di capire e analizzare cosa non fosse andato o per ricordare le cose belle) e al futuro, sono una da grandi speranze "dickensiane", una che mentre ne fa una ne vorrebbe fare altre mille contemporaneamente. E come tutti quelli che stanno sulle Nuvole e passano la loro vita metà nella realtà e l'altra metà nel Pensatoio mi sono sempre fatta mille domande e da piccina chiedevo sempre a mamma se sarei stata bella, ricca, che lavoro avrei fatto, se avrei fatto il lavoro che volevo, se avrei viaggiato tanto, se sarei stata tanto amata, se sarei stata felice... i mille perché e per come dei bambini petulanti... anche di questo mi ero dimenticata e Doris Day ha riportato a galla domanda e risposta... que será será, whatever will be, will be, the future's not ours, to see...
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domenica 25 aprile 2010
é stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati?
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An Education di Lone Scherfig |
"E' stato meglio lasciarci che non essere mai incontrati?" Pues si... a pesar de todo lo que he sufrido por el "después", a pesar de las noches que me estoy pasando en blanco, a pesar de lo ser tan iracunda, a pesar de levantarme un dìa si y otro tambien con el pié izquierdo, a pesar de la desesperación que se siente al sentirse sin tu... a pesar de todo esto y de lo que todavìa tendré que aguantar antes que pueda estar bien y volver a enamorarme otra vez, a pesar de todo esto y de mucho más que no se puede decir con las palabras... yo te dijo que si, mejor sufrir todo esto que no haberte conocido nunca. Porque eres lo mejor que me ha pasado hasta ahora aunque haya tenido cosas mejores que tu... la verdad es que eres lo Único que he visto hasta ahora, nunca habia tenido ojos abierto como por mirar a ti.. no se que fue, si tu "maldita dulzura", si tu simpatia tan discreta, si tu cara bonita con aquella sonrisa tan buena, tan generosa, si tu darme un beso, sin que yo te lo pidiera, en el exacto mientras en que lo queria ... a vecez me leias en la cabeza y a veces no entendias nada... igual fue todo y el contrario de todo... nadie antes habia logrado que se me muviera tanto el corazon, igual nunca se habia movido... lo que está antes de tu solo fue... fue nada que te pareció... igual eras mi media naranja o solo una muy buena mandarina de la que ahora solo queda un buen olor de primavera y un muy fuerte sabor de morriña... pero no importa porque como dice Barbra Streinsand "Aguantamos todo esto porque coño hasta que dura no hay nada mejor del amor"
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