domenica 5 novembre 2017

C'era una volta Fra Cascittune

C'era una volta un paesino in provincia di una città non molto grande ma neppure piccola. C'era una volta un paesino non di campagna ma neppure di montagna dove vivevano tanti vecchietti e qualche bambino. D'inverno era piuttosto silenzioso e quasi triste, il buio rendeva tutto senza vita, la gente rimaneva in casa a guardare la televisione e ripararsi dal freddo. D'estate si trasformava! Tutto era colorato e vivace: la gente camminava su e giù, andava a prender l'acqua alle fontane, a comprare frutta e verdura dai contadini, al mercato a sentire tutti strillare e mercanteggiare, le porte si aprivano e le chiacchiere viaggiano da un angola all'altro. Di giorno era un brusio continuo, di sera si sentivano le cicale e i bambini giocare mentre le vecchiette si raduvano e, sedute in cerchio nello spiazzale, ricordavano i tempi di gioventù, criticavano qualche vicino fastidioso, si lamentavano del dottore che non prescriveva abbastanza medicine e ringraziavano il Signore e la Santissima Vergine di essere ancora in salute nonostante gli acciacchi dell'età. Tra una conversazione e l'altra qualcuna scorreggiava provocando la grassa risata e anche un po' l'invidia delle altre che non si erano tolte questo peso dallo stomaco. 
C'erano poi due bambini di città che terminato l'anno scolastico si trasferivano nel paesino con la nonna per trascorrervi l'estate mentre la mamma continuava a lavorare. Poi, di tanto in tanto, il venerdì sera o il sabato mattina si scorgeva la figura di un uomo magro e pallido arrivare con la sua maglietta verde a striature gialle, pantaloni lunghi e scarpe chiuse nonostante il caldo, una sacca nera sulle spalle con poche cose per trascorrere il finesettimana. Era arrivato il papà. Era un momento eccitante: col papà arrivava la speranza di andare alla fiera sulle giostre pericolose che mamma vietava, passeggiare fino al bar per comprare più gelati di quelli che la nonna permetteva loro di mangiare ma sopratutto ascoltare le storie a puntate che inventava ogni sera prima della nanna. La loro preferita era quella che narrava le avventure/disavventure di Fra Cascittune, un monaco grassoccio e goliardico che ne combinava di tutti i colori suscitando tante risate e gioia nei due bambini. Sono passati più di vent'anni e il ricordo di quelle storielle inventante dal papà nelle calde sere d'estate nel paesino che sembra uscito da un film di Fellini, rimane uno dei ricordi più graziosi e aggraziati nei loro cuori ormai cresciutelli. 

mercoledì 1 novembre 2017

Rebus del corpo

A tratti è muta ma comunica quotidianamente
non ha mani ma ti stringe il cervello in una morsa e
sfacciatamente ti intrappola lo stomaco in un pugno,
insiste col bloccare la gola e accorciare il respiro.
Attentamente, è così che vorrebbe essere ascoltata per smetter di far male.