mercoledì 1 dicembre 2010

Paolo Conte - L'Orchestrina

Dal nuovo album dell'Avvocato (Nelson): l'Orchestrina. Un artista raffinato che non delude mai... buon ascolto...

venerdì 26 novembre 2010

La morta - Guy de Maupassant

Vi lascerà a bocca aperta... un racconto di Guy De Maupassant interpretato dal bravissino Giancarlo Giannino... buona visione...

Giorgio Gaber - Una donna

 "... una donna che vuole un uomo concreto come un sognatore..."




Una donna fasciata in un abito elegante
una donna che custodisce il bello
una donna felice di essere serpente
una donna infelice di essere questo e quello.

Una donna che a dispetto degli uomini
diffida di quelle cose bianche
che sono le stelle e le lune
una donna cui non piace la fedeltà del cane.

Una donna nuova, appena nata
antica e dignitosa come una regina
una donna sicura e temuta
una donna volgare come una padrona.

Una donna così sospirata
una donna che nasconde tutto
nel suo incomprensibile interno
e che invece è uno spirito chiaro come il giorno.

Una donna, una donna, una donna.

Una donna talmente normale
che rischia di sembrare originale
uno strano animale, debole e forte
in armonia con tutto anche con la morte.

Una donna così generosa
una donna che sa accendere il fuoco
che sa fare l’amore
e che vuole un uomo concreto come un sognatore.

Una donna, una donna, una donna.

Una donna che resiste tenace
una donna diversa e sempre uguale
una donna eterna che crede nella specie
una donna che si ostina ad essere immortale.

Una donna che non conosce
quella stupida emozione
più o meno vanitosa
una donna che nei salotti non fa la spiritosa.

E se questo bisogno maledetto
lasciasse in pace i suoi desideri
e se non le facessero più effetto
i finti amori dei corteggiatori
allora ci sarebbero gli uomini
e un mondo di donne talmente belle
da non avere bisogno
di affezionarsi alla menzogna del nostro sogno.

Una donna, una donna, una donna.
Una donna, una donna, una donna.

lunedì 1 novembre 2010

Alda Merini - Lettere

Il 1 novembre del 2009 moriva Alda Merini, mi piace ricordarla tramite queste due lettere/poesie d'amore...

venerdì 8 ottobre 2010

Nothing matters while I'm singing


Quando la testa minaccia un minimo accenno di malumore e il cuore comincia a battere più velocemente, faccio partire la musica e canto, a squarciagola, come quando ero bambina, per un sacco di volte, consecutivamente, sempre la stessa canzone finché sento che oltre ai polmoni mi si è ri-aperta anche la mente e quella nuvola nera che aleggiava sul mio spirito ha modificato la sua forma e dimensione... a quel punto ho delle visioni che traslo in parole o riprendo a fare ciò che stavo facendo prima che l'inquietudine mi bussasse o comincio ad immaginare cose che vorrei fare nel futuro più prossimo, associo colori sgargianti... canto, butto fuori qualcosa di mio che mi ritorna indietro più limpido e ricomincio il giro...

martedì 5 ottobre 2010

Le mani secche ed impolverate...


"Scimmiottare il Retrò" di Amoralias

Ci sono momenti in cui i morti sembra non siano mai esistiti.

La morte mette davvero fine a tutto ma finché non succede non è altro che retorica... è un po’ come lo scotch con cui da ragazzini tenevamo i poster ai muri. Dopo tutto questo tempo si è ingiallito e seccato, eppure ancora tiene tutto sulle pareti e quando lo stacchi ti accorgi che una volta che metti via tutto, pian piano, sbiadiscono anche i ricordi, si ingialliscono e impolveriscono come tutta la roba da rassettare, inscatolare, imbustare, buttare... tutta la roba che, prima o poi, devi portare via, e che ti lascia le mani secche e sporche...

Lo spazio che ospitava la tua vita passata diventerà, prima o poi, nuove pareti su cui si passerà una mano di vernice e si appenderanno nuovi poster che non saranno più i tuoi… e tutto sembrerà quasi che non sia  mai esistito… non sai mai se vuoi una foto che immortali tutto e che ti tenga compagnia nei giorni di pioggia o dimenticare perché la nostalgia è un po’ come la moda retrò, come le immagini in bianco e nero: evocano un tempo che, per quanto si possa scimmiottare, comunque non ritornerà… 

Non si dovrebbe mai desiderare la morte di nessuno, per quanto in vita ti facesse soffrire, perché la morte, è assenza totale, perché la sua assenza è come una domanda a cui non si ha mai risposta, malgrado si continui ad urlarla forte… 

Nello svuotare la casa già vuota di lei ho avuto la sensazione di perdere quegli oggetti che mantenevano un contatto fisico con un corpo che non c'è più. Come se svuotando la casa dei suoi oggetti materiali si svuotassero anche i miei ricordi o forse i segni tangibili che li risvegliavano.

Con la paura di perderli si risveglia il mio egoismo insoddisfatto di un abbraccio, di una voce, di un odore, di parole che non si rinnovano nell'oggi. Al calar della luna faccio a pugni col sonno e mi tiene testa fino a notte inoltrata... eppure pare che lei sia energia dentro di me e a questo non metta fine nemmeno la mia mano impolverata che non può più stringere il suo corpo stanco…

mercoledì 29 settembre 2010

The Animals - The house of the rising sun





There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it's been the ruin of many a poor boy
And God I know I'm one

My mother was a tailor

She sewed my new bluejeans
My father was a gamblin' man
Down in New Orleans

Now the only thing a gambler needs

Is a suitcase and trunk
And the only time he's satisfied
Is when he's on a drunk


Oh mother tell your children

Not to do what I have done
Spend your lives in sin and misery
In the House of the Rising Sun

Well, I got one foot on the platform

The other foot on the train
I'm goin' back to New Orleans
To wear that ball and chain

Well, there is a house in New Orleans

They call the Rising Sun
And it's been the ruin of many a poor boy
And God I know I'm one

lunedì 27 settembre 2010

Brano stonato

Notte stellata di Vincent Van Gogh
Cielo stellato brano stonato
quello che voglio sei tu 
o dimenticarti
Mi piacerebbe essere indistruttibile,
infallibile, disumana.
O non accetto di cadere
e rialzarmi...
paradossalmente mi sollevo
sempre
vorrei tirare sempre
dritto
...e quando si spengono le luci
le stelle su di noi...

sabato 25 settembre 2010

Una piccola ape furibonda

http://www.fabrizioblog.com/index.php?m=05&y=08&entry=entry080524-000316
Molte cose sono sospese da un po' di tempo a questa parte: la cerniera della mia valigia che il passato natale J dovette rompere (perché intelligentemente dimenticai la chiavetta del lucchetto) non è ancora stata riparata; il fruscio delgi alberi che non si converte in pioggia pur essendo già nell'aria l'odore dell'acqua piovana; quel vestito nuovo ormai vecchio perché comprato da più di un anno che non voglio ancora decidermi ad indossare; quell'idea che spunta senza preavviso e se non scritta scompare all'istante restando nella stanza dei concetti da ritrovare; quegli appunti che non voglio trasformare in racconto; quelle nozioni che non mi decido ad elaborare in maniera continuativa; qualche posto da scoprire e qualcun altro da lasciare. Sono ipercritica e troppo semplice allo stesso tempo; colgo mille particolari e manco quello più importante; posso essere logorroica e sentire la gola secca pur non dicendo una parola. Credevo di sapere quello che volevo, cosa desiderassi maggiormente nel profondo e che in mezzo a tutta la confusione, tipica della mia indole freneticamente instancabile, ci fossero dei lati fermi che davano alla mia personalità un orientamento saldo. E invece non è così, bevo da bicchieri fragili e scrivo su pezzi di carta che trovo sparsi ovunque...

"Sono una piccola ape furibonda.
Mi piace cambiare di colore.
Mi piace cambiare di misura."(Alda Merini)

venerdì 24 settembre 2010

La coccinella

Tempo fa mi regalarono una coccinella... un mio amico mi disse "Apri le mani" così io le protesi verso di lui in attesa di qualcosa, lui cacciò fuori dalla sua tasca un astuccio portaocchiali, lo aprì e fece per svuotarlo nella mia mano... io credevo fosse uno dei suoi soliti scherzi e che volesse buttarmi sulle mani la polvere accumulatasi nella custodia... così scansai la mano e involontariamente lascia la coccinella volare via, ed essa si portò via con sé anche la mia buona sorte in dono... mi sentii così in colpa per aver scioccamente rifiutato il regalo più bello che mi si potesse fare... provai a riprenderla ma non ci riuscii... dopo qualche settimana la ritrovai su una pianta, la presi delicatamente e lascia che mi passeggiasse un po' tra le dita, dopodiché volevo regalarla a J così egli avvicinò la sua mano stretta alla mia e aspettammo che lentamente la coccinella camminasse verso le sue dita, lo accarezzò un po', sorridemmo tra di noi nell'osservarla muoversi sulla nostra pelle che si confondeva e poi volò via... io lo bacia e mi sentii davvero fortunata...

Un profumato abbraccio

Stamattina mi sono alzata e nell'aria c'era ancora il profumo di mia madre, sembrava fosse ancora in casa per via della fragranza che aleggiava... il suo profumo è sempre stato uno degli elementi caratterizzanti la mia infanzia... io sentivo la sua presenza ovunque per via di quei meravigliosi odori... amava cambiarlo spesso ed erano uno più bello dell'altro e poi sulla sua pelle non erano solo delle fragranze, erano qualcosa di più, erano come un vestito cucitole addosso che esaltava il fascino e l'eleganza della sua figura...  mi ricordo  che a tarda sera ancora lo si poteva sentire quando le si stava vicino, poi la notte quando dormiva il cuscino di impregnava di quell'odore buonissimo e io quando mi svegliavo avevo l'abitudine di affondarci dentro il mio piccolo viso e mi sembrava di sentire mamma là... sembrava che il profumo mi abbracciasse al suo posto, era come se quell'armonia di odori che lasciava nell'aria fosse lei stessa... quando lei non c'era e io avevo paura di qualcosa poggiavo il viso sul suo cuscino e ritrovavo la certezza della serenità, la stabilità che solo lei sapeva darmi, mi sentivo al sicuro come nel suo morbido e profumato abbraccio...

domenica 19 settembre 2010

Ir por delante - Andar avanti

Henri Cartier-Bresson Brasserie Lipp,  Paris, 1969,

Estoy en un parón que nunca deja de transitar,
así que me pregunto "¿es un parón en la realidad o solo en mis fantasías?"
Y mientras me lo pregunto elijo "¡me voy!",
así, de repente, como el cambio de la oscuridad a la luz,
con la intención de no echar nunca más la vista atrás...
y sólo al final me doy cuenta: el anda delante de mi,
a paso rápido y con la certidumbre que nunca más mirará hacia atrás...
fue así que mi tránsito se volvió en pena...

Ho un blocco che non smette mai di mutare
allora mi domando "sono davvero bloccata o è solo frutto delle mie fantasie?"
E mentre me lo chiedo decido "vado!",
all'improvviso, come il passaggio dal buio alla luce
con il proposito di non voltarmi mai più indietro...
ma solo alla fine mi rendo conto: lui mi cammina innanzi,
a passo rapido e con la certezza che non guarderà mai più indietro...
così il mio transito si trasforma in pena...

giovedì 16 settembre 2010

The Strokes - I'll try anything once



Ten decisions shape your life,
you'll be aware of 5 above,
7 ways to go through school,
either you're noticed or left out,
7 ways to get ahead,
7 reasons to drop by,
when i said ' I can see me in your eyes',
you said 'I can see you in my bed',
that's not just friendship that's romance too,
you like music we can dance to,

Sit me down,
Shut me up,
i'll calm down,
and i'll get along with you,

There is a time when we all fail,
some people take it pretty well,
some take it all out on themselves,
some they just take it out on friends,
oh everybody plays the game,
and if you don't you're called insane,

Don't don't don't don't it's not safe no more,
i've got to see you one more time,
soon you were born,
in 1984,

Sit me down,
shut me up,
i'll calm down,
and i'll get along with you,

Everybody was well dressed,
and everybody was a mess,
6 things without fail you must do,
so that your woman loves just you,
oh all the girls played mental games,
and all the guys were dressed the same,

Why not try it all,
if you only remember it once,
ooooooooooooooooooooooo,

Sit me down,
shut me up,
i'll calm down,
and i'll get along with you,

domenica 12 settembre 2010

IL RACCONTO. En passant

Amoralias pubblica un breve racconto, En passant, per leggerlo clicca qui o seleziona la pagina "IL RACCONTO. En passant" direttamente dalla barra. Spero la lettura sia di vostro gradimento e che alla fine di essa vogliate lasciare un commento, giudizio, suggerimento, critica, etc. etc. Buona lettura

Russian Red - Crying





I was all right for a while
I could smile for a while
but I saw you last night
You held my hand so tight
When you stopped to say hello
you wished me well
You couldn’t tell that
I’ve been crying over you,
Crying over you and you said "so long"
Left me standing all alone,
Alone and crying, crying, crying, crying
It’s hard to understand
but the touch of your hand can start me crying

I thought that I was over you
But it’s true, so true
I love you even more than I did before
But darling, what can I do?
For you don’t love me
and I’ll always be
Crying over you, crying over you

yes now you’re gone
and from this moment on, I’ll be crying, crying, crying, crying
Yeah, crying, crying over you

(Crying di Roy Orbison)

venerdì 10 settembre 2010

Dopo un lungo silenzio

Tempi Moderni di Charlie Chaplin
Mi dissero che ogni uomo è un’isola,
mi dissero che quando termina l’obiettivo e l’interesse che ci lega
il rapporto termina 
Considerazioni che mi zittirono, confusero, 
mi sentii improvvisamente angosciata e Sola, 
non per la solitudine che esprimevano
ma per la verità che rappresentavano....
Pensai a tutte le relazioni finite nella mia vita per la mancanza di qualcosa che le tenesse ancora e continuativamente in piedi… pensai a quelle che non erano state nemmeno stabilite per via dell’assenza di quell’interesse che le avrebbe alimentate e nutrite fino a farle crescere come un bambino sano e vivace, pensai alle amicizie che mi avevano abbandonato perché non trovavano più nessuna linfa vitale da succhiare in me e pensai a quelle che io avevo allontanato perché incapaci di darmi gioia e affetto come un tempo, pensai ai cambiamenti continui che investono le nostre vite, pur quando restano sempre uguali, pensai a quanto sia potente il pensiero di voler un amore che pur mutando rimanga intatto senza sgretolarsi come i cocci di un vaso intaccato da tante piccole precedenti scheggiature, pensai a quanto sia difficile conseguire qualcosa che sposti il nostro spirito da un perno stabile, che lo faccia vibrare senza però che il vortice di un burrone lo annienti… capii che l’unica dimensione in cui l’uomo è felice è quella in cui appaga i propri bisogni e desideri i quali, anche coinvolgendo l’altro, non sono nulla più di un egoismo soddisfatto…  mi resi conto che la solidarietà pura non esiste, che l’unica dimensione plausibile è l’Io e di quanto sia illusorio e debole il Noi… mi sentii improvvisamente sola come una verde e florida landa deserta che incontra il vento che le sussurra qualcosa di caritatevole e che è nutrita dalla fitta pioggerella del primo autunno… avevo una gran voglia che qualcuno mi abbracciasse, ma c’era solo una specchio di fronte e me così presi una penna e iniziai a scrivere di tutte quelle cose a cui non avrei più voluto pensare… improvvisamente tutto assunse un senso e mi senti circondata da vecchi amanti e nuovi amici che da troppe lune ormai mi aspettavano sul ciglio di una strada che non avevo ancora percorso ma che era lì ad attendere il mio arrivo con pazienza e dedizione… le stesse con le quali fino a quel momento mi ero abbandonata alla mia solitudine improduttiva e degradante… presi un ombrello e il mio sguardo migliore e comincia a camminare…



domenica 5 settembre 2010

The Magnetic Fields - All my little words



You are a splendid butterfly
It is your wings that make you beautiful
And I could make you fly away
But I could never make you stay
You said you were in love with me
Both of us know that that's impossible
And I could make you rue the day
But I could never make you stay

Not for all the tea in China
Not if I could sing like a bird
Not for all North Carolina
Not for all my little words
Not if I could write for you
The sweetest song you ever heard
It doesn't matter what I'll do
Not for all my little words

Now that you've made me want to die
You tell me that you're unboyfriendable
And I could make you pay and pay
But I could never make you stay

Not for all the tea in China
Not if I could sing like a bird
Not for all North Carolina
Not for all my little words
Not if I could write for you
The sweetest song you ever heard
It doesn't matter what I'll do
Not for all my little words

venerdì 3 settembre 2010

Il tuo più tenue sguardo di E.E. Cummings




Il tuo più tenue sguardo
facilmente
mi aprirà
benché abbia chiuso me stesso
come dita sempre mi apri
petalo per petalo
come la primavera fa
toccando accortamente
misteriosamente
la sua prima rosa
e io non so
quello che c'è in te
che chiude e apre
solo qualcosa in me
comprende
che è più profonda
la voce dei tuoi occhi
di tutte le rose
nessuno
neanche la pioggia
ha così piccole mani

Edward Estlin Cummings

domenica 29 agosto 2010

Vivre sa vie - Jean-Luc Godard

Alcune scene dal film Vivre sa vie (Questa è la mia vita) di Jean-Luc Godard. La storia di Nanà.

"...Siamo sempre responsabili e liberi. Dimentico di essere responsabile ma lo sono. Voler evadere è un'illusione... Basta interessarsi alle cose e trovarle belle..."


Nana danza felice


La bellissima Nanà


La scena più incisiva. Nanà fa della Filosofia. 
"Bisogna pensare e per pensare bisogna parlare. Non si pensa in altro modo... Quando si parla c'è un'altra vita rispetto a quando non si parla... Allora per vivere parlando uno deve essere passato dalla morte del vivere senza parlare"

The Beatles - A day in the life




I read the news today oh boy
About a lucky man who made the grave
And though the news was rather sad
Well I just had to laugh
I saw the photograph
He blew his mind out in a car
He didn't notice that the lights had changed
A crowd of people stood and stared
They'd seen his face before
Nobody was really sure
If he was from the House of Lords.

I saw a film today oh boy
The English Army had just won the war
A crowd of people turned away
but I just had to look
Having read the book
I'd love to turn you on

Woke up, fell out of bed,
Dragged a comb across my head
Found my way downstairs and drank a cup,
And looking up I noticed I was late.
Found my coat and grabbed my hat
Made the bus in second splat
Found my way upstairs and had a smoke,
and Somebody spoke and I went into a dream

I read the news today oh boy
Four thousand holes in Blackburn, Lancashire
And though the holes were rather small
They had to count them all
Now they know how many holes it takes to fill the Albert Hall.
I'd love to turn you on

martedì 24 agosto 2010

Tacco punta, tip tap

Grey's Anatomy
Mi piacciono le serie sui medici, Dottor House e Grey's Anatomy, mi piace come uniscono la medicina alle metafore sulla vita, come le storie dei personaggi si intrecciano a quelle dei pazienti. Spesso nell'operare si perdono delle vite e segue una crisi per la quale il dottore di turno crede di non essere portato per quel mestiere o si rende conto di non reggere più alla morte, sottofondo ricorrente delle sue giornate... Poi l'amico, amante o familiare di turno gli ricorda che non deve pensare alle vite perse ma a quelle salvate, a chi siamo stati capaci di trattenere e non a chi è andato... come nella vita reale... alle volte pensiamo a chi ci ha lasciato più che a chi ci è vicino, sprechiamo più tempo a meditare sul perchè e il percome quella data persona abbia deciso di non stare più con noi che non a gioire e godere di chi invece vuole starci accanto... Perchè mai questi assurdi percorsi interiori ci fanno agire in modo contrario alla nostra felicità? Qualcuno ci ama e non gli diamo il valore che merita, qualcuno non ci ama e ne facciamo una tragedia infinita, esci con una persona non ti richiama più o dopo poche volte la cosa non ingrana e subito ci si inizia a fare mille domande, cosa avrò che non va, cosa avrò fatto che lo ha allontanato o non lo ha avvicinato? Quella parola era di troppo o c'era bisogno di una parola in più? Chiamo-non chiamo, vado-non vado, ore e ore a meditare su quale possa essere la cosa giusta o sbagliata... per qualcuno che forse nemmeno ci vede... e la cosa peggiore è che noi agiamo nella stessa maniera verso altri... tacciamo di cecità  il prossimo mentre indossiamo occhiali scuri... quanto sarebbe tutto più facile, leggero se eliminassimo chi non ci degna di nessuna attenzione e dedicassimo tutti i  nostri sguardi a chi li ricambia... se lasciassimo andare la pecorella smarrita (per sua diretta volontà per giunta) per coccolare le 99 rimaste saremmo forse meno cupi e soli? In fondo non siamo dei pastori che devono convertire alla causa dell'amore chi abbandona il gregge  ma dei ballerini di tip tap che devono cercare di mantenere il ritmo per non cadere. coordinarsi e seguire la musica... tacco punta tacco punta...



lunedì 23 agosto 2010

Caravaggio - Giuditta e Oloferne

Radiohead - Karma Police



Karma police, arrest this man
He talks in maths
He buzzes like a fridge
He's like a detuned radio

Karma police, arrest this girl

Her Hitler hairdo is making me feel ill
And we have crashed her party

This is what you get

This is what you get
This is what you get when you mess with us

Karma Police

I've given all I can
It's not enough
I've given all I can
But we're still on the payroll

This is what you get

This is what you get
This is what you get when you mess with us

For a minute there, I lost myself, I lost myself

Phew, for a minute there, I lost myself, I lost myself

For a minute there, I lost myself, I lost myself

Phew, for a minute there, I lost myself, I lost myself

sabato 21 agosto 2010

In cerca di un'emozione

Vacanze Romane di William Wyler
Rinucereste a quell'emozione che vi pervade per tutta la notte subito dopo un primo appuntamento andato meravigliosamente? O dopo il primo bacio? A quel sorriso da idiota che vi si stampa in faccia come un tatuaggio e dura indefinitamente? Al raccontare come tutto era magico e stupendo al punto che anche la luna sembrava sorridere con voi? Che c'è di meglio della prima fase dell'innamoramento, della prima emozione che ci fa illudere e sperare col cuore gonfio che stia nascendo qualcosa? Quanto si rivela leggera l'insonnia che segue una serata magica e ispiratrice in cui gli occhi restano aperti a sognare? L'amore è una risorsa rinnovabile? Spero di si ma penso di no perchè è piuttosto raro incontrare qualcuno con cui ci si sente in sintonia al punto che tutto ai nostri occhi assuma una valenza diversa se fatta con quella data persona... usciamo, conosciamo gente, scmabiamo idee, comunichiamo, ridiamo, stiamo bene con un sacco di gente e molti diventano importanti, amici, persone fidate ma quanti davvero sanno farci emozionare? Pochi, pochissimi! Questo cerchiamo: un'emozione, un palpito, un'accellerazione del ritmo cardiaco... "un bacio su cui costruire un sogno nella nostra immaginazione.".. ecco perché un'uscita che si rivela amichevole e da cui ci aspettavamo di più può risultare banalmente deludente... cerchiamo un'emozione che rompa la routine, che disordini i piani, che generi una forza vitale nuova in noi, che ci faccia venir voglia di fare nuovi piani, che faccia scorrere il tempo leggero e veloce... mi chiedo perchè abbiamo bisogno di tutto ciò? Di queste romanticherie spesso illusorie e non durature e per le quali si paga un prezzo altissimo quando terminano? Poi mi ricordo delle volte in cui l'ho provata questa sensazione, quando quest'emozione ha abitato in me e mi ricordo di quanto ci si sente bene e di come ci si veda belli e in armonia con se stessi e col mondo a vestire certi panni... e la risposta è la più banale che ci sia... perché ci fa stare bene, fosse anche solo per mezz'ora...

lunedì 16 agosto 2010

2046 - Wong Kar-Wai

"Nella vita il vero amore si può mancare se lo si incontra troppo presto o troppo tardi. In un'altra epoca, in un'altro luogo, la nostra vita sarebbe stata diversa."



Main Theme



"Usò questo trucco per respingermi..."



"...la sua tenacia mi insegnava una cosa, finché non si rinuncia si può sempre sperare..."



Casta diva

Fabrizio De André - Hotel Supramonte

Sono vittima di una particolare stanchezza in questi giorni, soprattutto fisica ma anche mentale, quindi non mi sforzo quasi per nulla, faccio solo cose che mi va di fare e appena mi sento affaticata mollo... leggo molto, riviste, libri lasciati in sospeso o a cui volevo dedicarmi da tanto e che per i mille "poi, quando ciò che sto facendo ora sarà terminato" sono lì fermi da mesi, prendono polvere piuttosto che essere presi in mano da me, film, guardo un film al giorno riducendo così la lunga lista di pellicole che il mio blocknotes mentale ha annotato, faccio cruciverba, questa è una nuova cosa, non mi ci ero mai dedicata con costanza in vita mia, ascolto musica, quella che amo da sempre e quella nuova... in sostanza ozio come la cicala aspettando di ridiventar formica... sono un po' perduta nel mio ordine discreto perché non viaggio, non rido, non vivo mentre il tempo scorre come un signore distratto, incurante del circostante che ti aspetta sempre al varco per presentarti il conto, e come un bambino che dorme, inconsapevole di ciò che attorno a lui accade e cullato da sogni fanciulleschi e beati...



E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo
tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo
e una lettera vera di notte falsa di giorno
e poi scuse accuse e scuse senza ritorno
e ora viaggi vivi ridi o sei perduta
col tuo ordine discreto dentro il cuore
dov'è il tuo ma dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.

Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile
grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere
e un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve
sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete
passera anche questa stazione senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
ma dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.

E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
ma dov'è finito il tuo cuore, ma dov'è finito il tuo cuore.

martedì 10 agosto 2010

Federico García Lorca - La sposa infedele



La sposa Infedele

E io me la portai al fiume
credendo che fosse ragazza,
invece aveva marito.
Fu la notte di S. Giacomo
e quasi per compromesso
Si spensero i lampioni
E si accesero i grilli.
Dopo l’ultima curva
toccai i suoi seni addormentati,
e mi si aprirono subito
come rami di giacinti.
L’amido della sua sottana
mi suonava nell’orecchio,
come una pezza di seta
lacerata da dieci coltelli.
Senza luce d’argento sulle loro cime
sono cresciuti gli alberi,
e un orizzonte di cani
latra molto lontano dal fiume.

Passati i rovi,
i giunchi e gli spini,
sotto la chioma dei suoi capelli
feci una buca nella sabbia.
Io mi levai la cravatta.
Lei si levò il vestito.
Io il cinturone con la pistola.
Lei i suoi quattro corpetti.
Né tuberose né chiocciole
hanno la pelle tanto sottile,
né cristalli sotto la luna
risplendono con questa luce.
Le sue cosce mi sfuggivano
come pesci sorpresi,
metà piene di fuoco,
metà piene di freddo.
Quella notte percorsi
il migliore dei cammini,
sopra una puledra di madreperla
senza briglie e senza staffe.
Non voglio dire, da uomo,
le cose che lei mi disse.
La luce della ragione
mi fa essere molto discreto.
Sporca di baci e sabbia,
io la portai via dal fiume.
Con l’aria si battevano
le spade dei gigli.
Mi comportai da quello che sono.
Come un gitano autentico.
Le regalai un tavolino da lavoro
grande di raso paglierino,
e non volli innamorarmi
perchè avendo marito
mi disse che era ragazza
quando la portavo al fiume.

 ******************

La casada infiel 
Y que yo me la llevé al río
creyendo que era mozuela,
pero tenía marido.
Fue la noche de Santiago
y casi por compromiso.
Se apagaron los faroles
y se encendieron los grillos.
En las últimas esquinas
toqué sus pechos dormidos,
y se me abrieron de pronto
como ramos de jacintos.
El almidón de su enagua
me sonaba en el oído,
como una pieza de seda
rasgada por diez cuchillos.
Sin luz de plata en sus copas
los árboles han crecido,
y un horizonte de perros
ladra muy lejos del río.
           
Pasadas las zarzamoras,
los juncos y los espinos,
bajo su mata de pelo
hice un hoyo sobre el limo.
Yo me quité la corbata.
Ella se quitó el vestido.
Yo el cinturón con revólver.
Ella sus cuatro corpiños.
Ni nardos ni caracolas
tienen el cutis tan fino,
ni los cristales con luna
relumbran con ese brillo.
Sus muslos se me escapaban
como peces sorprendidos,
la mitad llenos de lumbre,
la mitad llenos de frío.
Aquella noche corrí
el mejor de los caminos,
montado en potra de nácar
sin bridas y sin estribos.
No quiero decir, por hombre,
las cosas que ella me dijo.
La luz del entendimiento
me hace ser muy comedido.
Sucia de besos y arena
yo me la llevé del río.
Con el aire se batían
las espadas de los lirios.
Me porté como quien soy.
Como un gitano legítimo.
Le regalé un costurero
grande de raso pajizo,
y no quise enamorarme
porque teniendo marido
me dijo que era mozuela
cuando la llevaba al río.

venerdì 6 agosto 2010

Quando arrivano i ragazzi...

Il favoloso mondo di Amelie diJean-Pierre Jeunet
Diversi anni fa frequentavamo spesso un wine bar, io e la mia amica solevamo andarci quasi ogni venerdì, bevevamo una nuova bottiglia di vino, ascoltavamo il concertino di jazz, facevamo lunghe chiacchierate fantastiche e grasse risate fino al pianto, la musica si conciliava bene con i nostri discorsi e il vino ci rendeva più allegre di quanto già non fossimo. Eravamo come due giovani farfalle, un po' nostalgiche perché appena tornate dall'erasmus, cariche e piene di voglia di conquistare il futuro. Giovani e graziose, inseparabili ci facevamo forza dell'affetto immenso che avevamo l'una per l'altra. Io mi ero appena tagliata i capelli cortissimi dopo averli portati lunghi fino a quel momento senza tagliarli mai... al cadere di ogni riccio sotto le forbici del parrucchiere volevo lasciare a terra anche tutti i piccoli tratti della mia identità che consideravo limitanti: volevo che la giovane ragazza in fiore prendesse il posto dell'adolescente timida e insicura che ero stata fino allora. Aspettavo con speranzoso romanticismo l'arrivo dei ragazzi nella mia vita, fino a quel momento solo banali cottarelle scolastiche che non si erano concretizzate in nulla se non in qualche sorriso e una languida conversazione. Cappuccetto rosso voleva andare a passeggio nel bosco, esplorarlo, conoscerne gli alberi, apprezzare i colori della natura e la stranezza degli esemplari che lo popolano, godere il ristoro del fresco prodotto dall'ombra. Ma ahimé non conosce mai che sembianze vestirà il lupo cattivo pronto a mangiarla. Caso volle che il lupo fosse un batterista che suonava e frequentava spesso quello che era diventato il mio locale preferito! Quando poi l'unico tavolo rimasto è quello di fianco la pedana dove suona il gruppo, aprire le fauci è molto più facile per il sospetto animale! E sta di fatto che il mostro in questione oltre a lanciare note nell'aria distribuiva sguardi maliziosi il cui oggetto ero io. E siccome io e Madama-Malizia abitavamo in quartieri così lontani da non esserci ancora nemmeno incrociate di sfuggita, lì per lì non capii il significato del messaggio che quegli occhietti furbi inviavano, così continuai a chiacchierare e ridere con la mia amica come se costui neanche ci fosse! Ma l'occasione fa l'uomo ladro e le ragazzette inesperte e sognatrici facilitano il furto. Cominciai ad incontrarlo spesso e tra uno sguardo malizioso e l'altro mi invitò a fumare una sigaretta una volta, a scambiare due chiacchiere un'altra. Finché un sabato sera lo incontrai in un locale, aveva suonato un gruppo molto bravo e a concerto finito un po' di rock 'n roll scanzonato e allegro ci  faceva ballare,  lui continuava a guardare e di tanto in tanto mi diceva qualcosa, io ero in compagnia dei miei amici, ci divertivamo da matti e non lo calcolavo quasi per nulla però chissà come (???!!!) me lo ritrovavo sempre intorno finché non so nemmeno io come (complice la mia amica tequila scura cannella e arancia) mi ritrovai fra le sue braccia, confusa e forse felice. Era di un bel po' più grande di me ma dall'aspetto sembrava più piccolo, era grafico, fotografo, suonava, dipingeva, gli piaceva De André (come sciocca lessi questo elemento come un segno del destino)... non era bello ma aveva qualcosa che mi attirava e respingeva allo stesso tempo, quegli occhietti così maliziosi e simpatici mi intrigavano e mi allontanavano perché comunicavano tutto meno che fiducia... ma mi lasciai ingannare dalla sua gentilezza e "quasi" dolcezza iniziale. Che ne sapevo io di amore, sesso, inganni, giochini mordi e fuggi, distinguere il buono dal cattivo? Ero una bambina un po' diffidente e impaurita e allo stesso tempo una ragazza curiosa di scoprire l'ignoto e lusingata che qualcuno, che credevo mi piacesse, avesse interesse per me. E poi era un'artistoide pazzo ai miei occhi quindi gli attribuivo un valore che in realtà non aveva. Mi sentivo come se finalmente fosse giunto il mio momento e mi veniva in mente quella frase del film "Il Favoloso mondo di Amelie" : "la fortuna è come il giro di Francia, uno lo aspetta a lungo e poi passa in fretta"; succedeva tutto velocemente e non capivo granché, è difficile analizzare dal di dentro e lo è ancora di più quando si tratta di cose che ti capitano per la prima volta, non hai termini di paragone e qualsiasi emozione che non avevi mai provato prima ti sembra una rivoluzione che necessariamente (credi) cambierà la tua routine in meglio. Segue smania di uscire continuamente con la speranza di vederlo e che succeda qualcosa, seguono continui blocchi e atteggiamento antipatico da parte mia quando parliamo perché è l'unico modo in cui difendo l'imbarazzo del non sapermi districare in situazioni del genere, seguono bellissimi sorrisi quando ci  "pizzichiamo" a cercarci con lo sguardo, segue che quando fa il carino lui sono odiosa io e viceversa, segue continuo parlare di lui fino alla nausea con le amiche, segue apertura fabbrica "Le-paranoie-mentali". Segue notte a casa sua, casa in stile un po' etnico, luci soffuse, candele profumate, sottofondo musicale che mi piace (mi sembra un'accortezza carina), mi fa vedere i suoi quadri, ascoltiamo musica, per la prima volta in vita mia invento bugie per mia madre "dormo a casa di G., stai tranquilla va tutto bene, è solo un po' triste" (caso vuole che qualche settimana prima avessi dormito davvero a casa di  G. che si era da poco lasciata col fidanzato e quindi piangeva di continuo), ci dimentichiamo delle musica e dei quadri, segue un concerto a cui non avevo mai assistito prima, era musica sperimentale per me e come qualsiasi novità mi lascia un po' turbata e stranita. Lui mi sembra un tipo un po' malinconico e sensuale, a tratti buono e divertente altre volte dispettoso e odioso, ha una voce calma, tono sempre piuttosto basso. E' notte fonda, devo andare, vuole che resti, non posso, mi riaccompagna, non ho nulla da dire, mi accarezza i capelli durante il tragitto e mi guarda in continuazione come sempre, al punto da mettermi in imbarazzo, arriviamo sotto casa, spero mi dica "ci vediamo domani"o qualcosa del genere, non lo fa, temporeggio giocherellando con le chiavi di casa, gli do un bacio sulla guancia, mi dice "ci vediamo" e vado via... ci vediamo? che vuol dire? quando ci vediamo? Comincio ad odiare quest'espressione e quello che insinua... non mi piacciono gli ultimi dieci minuti trascorsi ma non so come dovrebbe andare perché non ho mai avuto un ragazzo, forse sono preoccupata per nulla... è tutto normale così com'è... mi metto a letto, sono stanca e inspiegabilmente triste, frastornata, non riesco a prendere sonno e ripenso a certi baci, a certe carezze... è stato quello il momento in cui credo sia iniziata la mia ossessione per "l'artistoide-stronzo"... ho un mal di pancia che non avevo mai avuto fino a quel momento, pensieri ricorrenti che non credevo la mente potesse produrre, immagini vissute che non lasciano mai i miei occhi, sono ansiosa, è la prima volta che conosco Ansia-la-signora-che-non-ti-lascia-mai-sola-quando-c'è-di-mezzo-un-ragazzo-, piango d'improvviso e senza ragione alcuna... è la prima volta che conosco questa sensazione astratta che ti sconvolge... me ne vado a letto con sogni e desideri da bambina e mi sveglio con impulsi di donna... l'attesa speranzosamente romantica della giovane ragazza graziosa e allegra fa a pugni con la realtà... è passato un sacco di tempo da allora ma la lezione che mi ha insegnato è ancora fiamma viva: capii che quando arrivano i ragazzi arrivano i guai!! Croce e delizia, delizia al cor...


"...solo il batterista nell'ombra guardava con sguardi cattivi..."