venerdì 6 agosto 2010

Quando arrivano i ragazzi...

Il favoloso mondo di Amelie diJean-Pierre Jeunet
Diversi anni fa frequentavamo spesso un wine bar, io e la mia amica solevamo andarci quasi ogni venerdì, bevevamo una nuova bottiglia di vino, ascoltavamo il concertino di jazz, facevamo lunghe chiacchierate fantastiche e grasse risate fino al pianto, la musica si conciliava bene con i nostri discorsi e il vino ci rendeva più allegre di quanto già non fossimo. Eravamo come due giovani farfalle, un po' nostalgiche perché appena tornate dall'erasmus, cariche e piene di voglia di conquistare il futuro. Giovani e graziose, inseparabili ci facevamo forza dell'affetto immenso che avevamo l'una per l'altra. Io mi ero appena tagliata i capelli cortissimi dopo averli portati lunghi fino a quel momento senza tagliarli mai... al cadere di ogni riccio sotto le forbici del parrucchiere volevo lasciare a terra anche tutti i piccoli tratti della mia identità che consideravo limitanti: volevo che la giovane ragazza in fiore prendesse il posto dell'adolescente timida e insicura che ero stata fino allora. Aspettavo con speranzoso romanticismo l'arrivo dei ragazzi nella mia vita, fino a quel momento solo banali cottarelle scolastiche che non si erano concretizzate in nulla se non in qualche sorriso e una languida conversazione. Cappuccetto rosso voleva andare a passeggio nel bosco, esplorarlo, conoscerne gli alberi, apprezzare i colori della natura e la stranezza degli esemplari che lo popolano, godere il ristoro del fresco prodotto dall'ombra. Ma ahimé non conosce mai che sembianze vestirà il lupo cattivo pronto a mangiarla. Caso volle che il lupo fosse un batterista che suonava e frequentava spesso quello che era diventato il mio locale preferito! Quando poi l'unico tavolo rimasto è quello di fianco la pedana dove suona il gruppo, aprire le fauci è molto più facile per il sospetto animale! E sta di fatto che il mostro in questione oltre a lanciare note nell'aria distribuiva sguardi maliziosi il cui oggetto ero io. E siccome io e Madama-Malizia abitavamo in quartieri così lontani da non esserci ancora nemmeno incrociate di sfuggita, lì per lì non capii il significato del messaggio che quegli occhietti furbi inviavano, così continuai a chiacchierare e ridere con la mia amica come se costui neanche ci fosse! Ma l'occasione fa l'uomo ladro e le ragazzette inesperte e sognatrici facilitano il furto. Cominciai ad incontrarlo spesso e tra uno sguardo malizioso e l'altro mi invitò a fumare una sigaretta una volta, a scambiare due chiacchiere un'altra. Finché un sabato sera lo incontrai in un locale, aveva suonato un gruppo molto bravo e a concerto finito un po' di rock 'n roll scanzonato e allegro ci  faceva ballare,  lui continuava a guardare e di tanto in tanto mi diceva qualcosa, io ero in compagnia dei miei amici, ci divertivamo da matti e non lo calcolavo quasi per nulla però chissà come (???!!!) me lo ritrovavo sempre intorno finché non so nemmeno io come (complice la mia amica tequila scura cannella e arancia) mi ritrovai fra le sue braccia, confusa e forse felice. Era di un bel po' più grande di me ma dall'aspetto sembrava più piccolo, era grafico, fotografo, suonava, dipingeva, gli piaceva De André (come sciocca lessi questo elemento come un segno del destino)... non era bello ma aveva qualcosa che mi attirava e respingeva allo stesso tempo, quegli occhietti così maliziosi e simpatici mi intrigavano e mi allontanavano perché comunicavano tutto meno che fiducia... ma mi lasciai ingannare dalla sua gentilezza e "quasi" dolcezza iniziale. Che ne sapevo io di amore, sesso, inganni, giochini mordi e fuggi, distinguere il buono dal cattivo? Ero una bambina un po' diffidente e impaurita e allo stesso tempo una ragazza curiosa di scoprire l'ignoto e lusingata che qualcuno, che credevo mi piacesse, avesse interesse per me. E poi era un'artistoide pazzo ai miei occhi quindi gli attribuivo un valore che in realtà non aveva. Mi sentivo come se finalmente fosse giunto il mio momento e mi veniva in mente quella frase del film "Il Favoloso mondo di Amelie" : "la fortuna è come il giro di Francia, uno lo aspetta a lungo e poi passa in fretta"; succedeva tutto velocemente e non capivo granché, è difficile analizzare dal di dentro e lo è ancora di più quando si tratta di cose che ti capitano per la prima volta, non hai termini di paragone e qualsiasi emozione che non avevi mai provato prima ti sembra una rivoluzione che necessariamente (credi) cambierà la tua routine in meglio. Segue smania di uscire continuamente con la speranza di vederlo e che succeda qualcosa, seguono continui blocchi e atteggiamento antipatico da parte mia quando parliamo perché è l'unico modo in cui difendo l'imbarazzo del non sapermi districare in situazioni del genere, seguono bellissimi sorrisi quando ci  "pizzichiamo" a cercarci con lo sguardo, segue che quando fa il carino lui sono odiosa io e viceversa, segue continuo parlare di lui fino alla nausea con le amiche, segue apertura fabbrica "Le-paranoie-mentali". Segue notte a casa sua, casa in stile un po' etnico, luci soffuse, candele profumate, sottofondo musicale che mi piace (mi sembra un'accortezza carina), mi fa vedere i suoi quadri, ascoltiamo musica, per la prima volta in vita mia invento bugie per mia madre "dormo a casa di G., stai tranquilla va tutto bene, è solo un po' triste" (caso vuole che qualche settimana prima avessi dormito davvero a casa di  G. che si era da poco lasciata col fidanzato e quindi piangeva di continuo), ci dimentichiamo delle musica e dei quadri, segue un concerto a cui non avevo mai assistito prima, era musica sperimentale per me e come qualsiasi novità mi lascia un po' turbata e stranita. Lui mi sembra un tipo un po' malinconico e sensuale, a tratti buono e divertente altre volte dispettoso e odioso, ha una voce calma, tono sempre piuttosto basso. E' notte fonda, devo andare, vuole che resti, non posso, mi riaccompagna, non ho nulla da dire, mi accarezza i capelli durante il tragitto e mi guarda in continuazione come sempre, al punto da mettermi in imbarazzo, arriviamo sotto casa, spero mi dica "ci vediamo domani"o qualcosa del genere, non lo fa, temporeggio giocherellando con le chiavi di casa, gli do un bacio sulla guancia, mi dice "ci vediamo" e vado via... ci vediamo? che vuol dire? quando ci vediamo? Comincio ad odiare quest'espressione e quello che insinua... non mi piacciono gli ultimi dieci minuti trascorsi ma non so come dovrebbe andare perché non ho mai avuto un ragazzo, forse sono preoccupata per nulla... è tutto normale così com'è... mi metto a letto, sono stanca e inspiegabilmente triste, frastornata, non riesco a prendere sonno e ripenso a certi baci, a certe carezze... è stato quello il momento in cui credo sia iniziata la mia ossessione per "l'artistoide-stronzo"... ho un mal di pancia che non avevo mai avuto fino a quel momento, pensieri ricorrenti che non credevo la mente potesse produrre, immagini vissute che non lasciano mai i miei occhi, sono ansiosa, è la prima volta che conosco Ansia-la-signora-che-non-ti-lascia-mai-sola-quando-c'è-di-mezzo-un-ragazzo-, piango d'improvviso e senza ragione alcuna... è la prima volta che conosco questa sensazione astratta che ti sconvolge... me ne vado a letto con sogni e desideri da bambina e mi sveglio con impulsi di donna... l'attesa speranzosamente romantica della giovane ragazza graziosa e allegra fa a pugni con la realtà... è passato un sacco di tempo da allora ma la lezione che mi ha insegnato è ancora fiamma viva: capii che quando arrivano i ragazzi arrivano i guai!! Croce e delizia, delizia al cor...


"...solo il batterista nell'ombra guardava con sguardi cattivi..."

2 commenti:

  1. E' difficile prendere il volo........
    per la colomba appena nata...........
    ma quando cresce.....................
    se non vola..........................
    colomba non è........................

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  2. Amico del Bianconiglio18 agosto 2010 alle ore 10:19

    ... e quando arrivano le ragazze pure...:)Ultimamente mi capita spesso di desiderare di tornare bambino... nel mio passato... com'è lontano e strano... ma per certi versi irresistibile! ...Ormai sono grande ...lo testimoniano i peli della mia barba... maledetta stupida barba!!

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