Giovani, carini e disoccupati di Ben Stiller (1994)
Ho fatto una promessa che non so se riuscirò a mantenere. Mi è stata chiesta indirettamente come regalo. Il mantenerla andrebbe a mio vantaggio. Vorrei portarla a termine perché la persona a cui l'ho fatta non merita di essere delusa, lei a me non darebbe mai un simile dispiacere, forse non la amo abbastanza? Non è così, forse sono troppo pigra, forse non amo me abbastanza... non è nemmeno questo, ho visto e so di cosa è capace la mia mente, posso essere la madre di Stachanov, recuperare il tempo perso e farmene avanzare anche un po' per vagabondare... se volessi, se mi motivassi... ci arrivo pian piano, lentamente perché conosco le conseguenze del mio malato stachanovismo: stress, irritabilità, visione distorta del reale, stanchezza, nervosismo, suscettibilità... certo il risultato sarebbe soddisfazione e un bel peso che passerebbe dalle spalle a terra lasciandomi un gran sollievo... è tutto un do ut des, anche con se stessi, soprattutto con se stessi... finisci, riposi (quando puoi) e ricominci e via di seguito... un interminabile filo che lega gli eventi gli uni agli altri e che gli intreccia intorno gli stati d'animo che ne derivano... negli ultimi giorni sono piuttosto calma, quasi serena e in pace e infatti ho perso l'ispirazione e mi mancano le parole... è assurdo come il dolore, il disagio, il conflitto endogeno e col resto del mondo, il mal di testa, l'insonnia, il vagare senza meta, il muoversi in uno spazio indefinito e buio, l'immaturità delle azioni, la complessità dei contrasti, il contorcersi delle budella siano stimolanti e produttive! Daltronde la felicità è fine a se stessa, l'ho sempre pensato, e in quanto tale ti sovrasta e ti lascia senza la capacità di esprimersi. A bocca aperta come un idiota ti godi il sole o le nuvole, poco ti cambia che sia buono o cattivo tempo, sei felice vedi sempre l'arcobaleno e hai quel sorriso stampato in faccia 24 su 24 mentre straparli dicendo cose senza senso e innervosendo chi non condivide la tua gioia... la felicità non si può descrivere, è indescrivibile, si vive e basta sperando duri il più a lungo possibile... invece la sofferenza, quella si è benzina per la creatività! Da due o tre giorni il tempo scorre lento, mi sembra di averne a disposizione troppo, le lancette si muovono così piano da sembrare ferme mentre i giorni sul calendario si susseguono veloci... ho una lenta percezione delle ore ma veloce dei giorni... dormo con minore difficoltà e non ricordo i brutti incubi che di solito mi riempiono gli occhi al risveglio, sono ancora smaniosa però e le mie decisioni restano lente e svogliate, ho ancora voglia di essere altrove, ho ancora voglia di fare mille cose ma nessuna volontà di concretizzarne qualcuna, continuo a perdermi nella ricerca ma di tanto in tanto comincio a segnare qualche punto. Resisto a lungo ma poi mi stanco presto, alle volte d'improvviso e spesso senza dare preavviso. Sono incostantemente costante.
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