Sono depressa. Perché? Perché stavo cercando di non pensarci a livello conscio e invece il dermatologo  si è preso la briga di trasformarsi in psicologo e rendermi chiaro che quel certo sfogo che mi trovo in faccia non ha cause organiche ma interiori. Cioè non sono nemmeno così sciocca da non averlo precedentemente capito. E allora perché questa reazione? Perché il mio umore era decisamente migliorato, pensavo a determinate cose ma senza permettere che mi impedissero di compiere le mie attività quotidiane; certi pensieri c’erano ma li mettevo in un angolino, li chiudevo in una stanza insonirizzata di modo da non poter sentire la loro voce, debole o acuta che fosse. E invece ieri il medico mi ha detto “Non hai nulla a livello organico, questo sfogo andrà via appena ti calmerai, appena ti tranquillizzerai”, e poi si è lanciato in un analisi introspettiva di me, che non aveva mai visto prima, del mio rapporto col mondo e con gli altri, del mio essere inquieta, “tu non stai ferma un attimo” ha detto, di come gli altri non siano migliori di me e di come io non lo sia di loro. Tutti concetti triti e ritriti ma detti con maestria, con una certa simpatia che porta a non sentirsi giudicati ma “coloriti ad un’occhiata”. Ero andata all’ASL con serenità, a fare una visita come tante e sono uscita nervosa, con l’ansia che mi faceva sentire lo stomaco in preda ad un’indigestione, silenziosa, rinchiusa in me. Mi sono sentita come se qualcuna avesse aperto con una aggraziata violenza (scusate l’ossimoro ma è questa l’impressione che ho avuto) un casseto che io volevo restasse chiuso perchè non sapevo ordinarlo, svuotarlo.
Un estraneo mi ha fatto ricordare che avevo accantonato un problema e che non era quella la soluzione. Da ieri il mio umore è calato, sono giù, più inquieta del normale, ho avuto la mia sovraddose di agitazione, non sono riuscita a concentrami per soli cinque minuti sullo studio e mi sono sollazzata tutto il giorno in attività inutili come tv, computer, senza riuscire comunque a calmarmi. Anzi aumentando il nervosismo. Ci accaniamo nella ricerca di una qualcosa di risolutivo ma che possa venire veloce perchè ormai stanchi di aspettare. Difficilmente arriva nell’istante in cui la si vuole, a meno che sia una meteora o un raggio di sole passeggero! Sono così scocciata ma non riesco ad avere le idee chiare sul da farsi. E sono doppiamente in crisi perché so che prendere decisioni quando si è in questo stato non aiuta anzi si rischia di buttarsi dalla padella alla brace. Insomma sono in gabbia, in più piove e fa un freddo malefico. Odio questo tempo del cazzo!Aspetto la primavera, da tutti i punti di vista: metereologico interiore, sentimentale. Quanto più si ha bisogno di gente valida intorno tanto più ci si ritrova attorniati da squallidi egoisti che si accontentano solo del calore di una stufa. Si è sempre soli quando meno lo si dovrebbe stare. Siamo tutti troppo occupati “di” noi stessi.