Smodata pensatezza fluida in un noiosissimo pomeriggio invernale… la Befana, i Re Magi, qualche volgare parola dalla bocca di gente che non vorresti attorno, qualche chiacchiera pesante che contribuisce ad aggravare la già pesante aria che domina la stanza… noia, insoddisfazione, ricerca di una soluzione liberatoria… unico compromesso UN VIAggio. ANDARE…. ma dove? da chi? con chi? Con nessuno, in nessuno posto e con me stessa… una lunga passeggiata in giro per il mondo… mi servirebbe? Forse no ma è sicuramente più utile che rimanere qui a cullarmi nella staticità del mio corpo mentre la mente galoppa al ritmo incalzante della nostalgia, della malinconia, della sfrenata voglia di rendere questa inquietudine materia prima atta a rendersi energia produttiva… o è solo una giornata storta che il mio cervello trasforma in puro esercizio letterario? In verità è una giornata storta che dura da troppo per poterla considerare passeggera… e quindi? Mollo tutto e parto? E poi? Come faccio i conti col tempo che passa e col senso, (maledetto e malefico) senso di responsabilità! Cos’è più importante? Portare a termine un progetto, iniziato ormai da 5 anni e per il quale si è buttato sangue e sudore, a cui mancano solo due ultime tacche per completarsi oppure cercare per un po’ di svagarsi la mente e alleggerirsi l’anima provando a ritrovare un po’ di entusiasmo e serenità con cui continuare ad affrontare tutto di 24 in 24 ore???? “La domanda sorge spontanea, la risposta è: Non lo so!” Si non lo so! Ma sono bravissima nel continuare a crogiolarmi e torturarmi il cervello alternando ore di sano tormento, volte alla ricerca di una soluzione, di un fuoco d’artificio che mi illumini la Via Maestra, a ore di pura nullafacenza mista a sensazioni di nullificazione durante la quale ci si sforza di fare qualcosa che, ahimé, si sa già non si riuscirà a fare.
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