domenica 30 maggio 2010

Montanelli e il futuro dell'Italia

Anche se sono argomenti che mi interessano, di solito sul blog non affronto temi legati alla politica o alla vita socio-economica dell'Italia, oggi però voglio pubblicare questo video in cui Montanelli, non come un sogno premonitore ma grazie ad un'analisi storica attenta e piuttosto amara, traccia le fila del futuro di questo paese... "gli italiani brilleranno ma l'Italia no"... gli italiani come singoli individui che esprimono le loro eccezionali capacità personali, umane, professionali... ma non gli italiani in quanto tali, in quanto popolo, in quanto espressione dell'Italia...

sabato 29 maggio 2010

Se mi lasci ti cancello???

Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry, 2004
Avete mai visto "Se mi lasci ti cancello?" è un film con Jim Carrey e Kate Winslet, bene io lo vidi diversi anni fa una domenica notte d'estate o di fine estate, quando su raitre, in quel periodo dell'anno ogni fine settimana in seconda serata, danno film, piccoli, che solitamente passano inosservati al grande pubblico... uno più bello dell'altro... come qualcosa che arriva all'improvviso, in silenzio e ti colpisce...  due persone si lasciano e aderiscono ad un programma per cancellare tutti i ricordi legati alla loro storia d'amore, per non soffrire più, poi si rincontrano per determinate circostanze e si ri-innamorano, i ricordi riaffiorano... sono sempre stata per "è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati" ma ci sono istanti in cui il dolore è così forte che la nostalgia si trasforma in odio, e la folle idea di non poterti riavere o di non poter tornare indietro per fare le cose diversamente affinché l'oggi sia differente, suggerisce che cancellarti come se non ci fossi mai stato mi darebbe beneficio, mi allevierebbe questi momenti di pena... o forse no, forse poi mi lamenterei di non aver mai vissuto qualcosa del genere, quei piccoli attimi che ripagano di tutto quello che non avevo avuto prima di te, quei piccoli attimi che avevano improvvisamente cancellato tutti gli scemi inconcludenti e privi di valore e umanità... quei piccoli attimi che erano valsi la pena di un'attesa lunga, nervosa, impaziente... e ora ci sono certi piccoli istanti in cui ti odio e vorrei cancellarti... durano pochissimo, vengono poi coperti da altrettanti piccoli istanti in cui mi trovo a sorridere al pensiero di una delle mille risate che ci siamo fatti, di una delle tante sciocchezze che ci siamo detti, delle confidenze  e dei racconti del passato, della fiducia che mi ispiravi e che nessuno mi aveva mai ispirato, paradossalmente mi sentivo al sicuro con te, come se non avessi mai potuto dire o fare nulla di brutto, nulla che avrebbe potuto ferirmi... e ancora quando qualcuno dice qualcosa di brutto su di te, ti difendo... che interminabile sciocchezza è questa... penso spesso se ti rincontrerò mai, alle volte immagino questo momento.. è o in un aereoporto o per le strade di Madrid, vicino la fermata della metro a Sol dove ci siamo incontrati la prima volta che ci siamo rivisti dopo esserci conosciuti... tu esci dalla metro, io vado di fretta, ci vediamo... oppure in aeroporto, c'è una miriade di gente, scruto questa figura alta, en traje ma non ci faccio caso, poi qualcuno si sposta e mi allarga un po' di più lo spazio visivo, ci scorgiamo da lontano, io inclino la testa a destra e ti vedo in pieno, tu distratto ti rendi conto che sono io e sfoggi quel meraviglioso sorriso che sogno sempre, io sorrido felice... la verità è che non voglio cancellarti, voglio rivederti, riparlarti, riabbracciarti, riparlarti, baciarti, parlarti, abbracciarti, darti la mano, sederci su quella scalinata di fronte il palazzo reale e vedere il tramonto colorare il cielo... so che in altre circostanze tutto sarebbe andato diversamente, ne sono certa e una come me è certa di poche cose perchè mette sempre tutto in dubbio... lo so perchè lo sento, perché sentivo te e non sapevo cosa volesse dire sentire così prima di te, quindi non voglio cancellarti... voglio sognare che forse quando mi sarà passata e non ti penserò più ci rivedremo per caso e forse  stavolta il fato accorcerà le distanze e tutto andrà come doveva andare...

giovedì 27 maggio 2010

Fernanda Pivano: libertà, sesso e dittature + intervista Jack Kerouac

Gli scrittori e poeti della beat generation sono altro capitolo della letteratura che amo...vi propongo questi due video: il pensiero di Fernanda Pivano su libertà, sesso e dittature.... 



.... e una intervista chicca con un Jack Kerouac... piuttosto ubriaco...


L'appuntamento

Prima dell'alba di Richard Linklater
Domani avrei un appuntamento con un ragazzo, un primo appuntamento, dovrei essere contenta, emozionata, nervosa, dovrei pensare "che mi metto"? Dovrei trastullarmi con "jeans e maglietta molto semplice e casual" oppure "gonna, vestito, tacco o non tacco, ballerine o non ballerine?? Rossetto acceso o stile acqua e sapone? E di che parleremo? E se non avremo nulla da dirci?E se mi piace troppo e se non mi piace proprio?" Insomma le solite mille interminabili domande sulle "prime" volte che ci stuzzicano la fantasia... invece no! Sono ultra serena e per nulla nervosa... forse non dovrei andarci proprio, forse ci vado tanto per e non perché ho davvero curiosità di conoscerlo... uff!!In verità è stato un decrescendo, lo conosco, parliamo, dopo 10 minuti la conversazione continua ancora (positivo!!), escono fuori interessi in comune, musica, cinema... mi sento subito a mio agio, (strano per una timida come me però positivo!!) e, non so come, la conversazione prende la piega della fantasia... cominciamo a fantasticare, a scrivere storie, a scrivere a quattro mani un probabile primo appuntamento, è tutto molto strano ma piacevole... lui ha un sorriso carino ma occhi che trasmettono una certa dose di furbizia... non ci faccio caso più di tanto, "uff "mi dico "potrò anche sentirmi con qualcuno senza pensare che deve per forza diventare l'amore della mia vita no? Godermi l'attimo! Uscire dal mio circolo vizioso del dopo e del troppo pensare e del troppo sentire!" Mi ripeto "rilassati, fregatene, carpe diem" ... parliamo la sera per diversi giorni su Msn, lui studia nella mia città ma in questi giorni è a casa nel suo paese, programmiamo di vederci appena sarà di ritorno... immaginiamo una passeggiata sul ponte che alla sera ha delle luci soffuse che rendono l'atmosfera magica e affascinante, immaginiamo due bjorne e qualche fragola da accompagnamento (qualcuno avrà da ridire che le fragole vanno con lo champagne ma due studenti squattrinati è bene che si ri-inventino e poi è romantico seguire la spontaneità piuttosto che "istituzionalizzarsi"), immaginiamo di passeggiare fino all'alba per poi difenderci con una coperta dalla brezza mattutina, immaginiamo di nasconderci sotto di essa mentre le stelle e la luna danno il cambio al sole e in questo alternarsi della scenografia fantastichiamo di scrivere un racconto... magari la serata che stiamo vivendo... in questa cornice di parole immagino che sia un ragazzo romantico e forse potrebbe piacermi... ma come qualsiasi racconto quando arrivi all'ultima parola devi chiudere il libro e tornare alla realtà! I sorrisi e quel piccolo slancio di entusiasmo che avevo cominciato a provare pian piano scemano... nascono dubbi e vedo strani indizi... lo sguardo malizioso, il fatto che alle volte straparli e dica qualche bugia, il fatto che alle volte sparisca e sia un po' vago, che si contraddica, il fatto che non mi abbia ancora chiesto il numero... tante belle parole che non trovano riscontro nei fatti... c'è qualcosa che mi rende dubbiosa ma non so bene cosa, è una sensazione; l'istinto mi suggerisce indizi e pezzi che non riesco a mettere assieme... divento nervosa al contrario, ce l'ho col destino, con me, col caso, col perché sia così difficile trovare una presenza positiva, una persona per me... una persona positiva quanto te, più di te... quando mi sento così, delusa di non avere nemmeno una delusione, che non ci sia nulla da vivere, non riesco a non pensarti... ancora tu, sempre tu... "J vete!!" Domenica sono uscita con un paio di amiche, abbiamo bevuto, abbiamo fatto un po' di baldoria, mi sono divertita, sono tornata tardissimo e sono rimasta a dormire a casa di una di loro... ero tra la veglia e il sonno, ancora mezza brilla e incosciente... mi sei tornato in mente.. ho visto le mie braccia tendersi verso di per stringerti, per sentire l'emozione di quell'abbraccio così ricco, pieno... mi sono resa conto che non c'eri, ormai da tempo e che quasi certamente non ci sarai più, mai più... ho percepito l'impossibilità di averti come una violenza, come se qualcuno mi stesse dando degli schiaffi fortissimi e non avessi la forza di fermarlo e inerme continuavo a cercare di proteggermi senza riuscire a muovere un solo dito per difendermi, provavo provavo ma non riuscivo ad averla vinta... credevo non ti saresti più affacciato così prepotentemente nel mio presente, credevo averti relegato nel tuo tempo ormai scaduto... invece le mie mani ti cercano ancora, di meno ma con la stessa intensità di prima... sono attimi di violenza inaudita... nessuno di tutte le poche persone che ho incontrato in questi mesi si è rivelata come te, cioè che mi piacesse anche solo in piccolissima parte come mi piacevi tu... che sto dicendo, ero innamorata di te. Infatti sono tutti stati primi appuntamenti senza un seguito. Quanto più cerco di allontanarmi da te tanto più tutto a te mi avvicina... nessuno ha la tua gentilezza, la tua simpatia, quel tuo modo di fare così calmo... nessuno regge al confronto con te perché nessuno é te... e se faccio ancora confronti forse non dovrei uscire con nessuno... l'amore dovrebbe essere naturale e reale... con te era così, tutto è venuto da sé, leggero e spontaneo... mi trascinava e non potevo respingerlo... questa sorta di appuntamento è un tentativo, un passatempo, un palliativo... forse ci andrò, la vita deve andare avanti  e non voglio restare a casa a pensarti... la vita deve andare avanti e senza te... ma il mio cuore ancora dice no, la mia testa si...  "I know it's over, no more I cling"...


martedì 25 maggio 2010

Un uomo senza sogni sarebbe un cinghiale laureato in matematica

Ho sempre adorato Faber, credo sia stato il mio primo amore ed è uno di quegli amori che non finiscono mai... ho iniziato ad ascoltarlo quando avevo 14, 15 anni e mi trasmetteva già qualcosa anche se credo che ancora non lo capissi granché, ero una ragazzina con una personalità e un carattere ancora non formato e in evoluzione per avere un contatto  pieno con un tipo di musica e di poesia che esprimeva temi così importanti in modo così profondo; però qualcosa di implicito e di ancora a me sconosciuto mi avvicinava alla sua voce, alle sue canzoni, alle sue idee, alla sua poesia... la cosa che più mi stupiva quando iniziavo a conoscerlo è che più lo ascoltavo più non mi stancava, più lo ascoltavo più scoprivo che c'era qualcosa da scoprire, da interpretare, da contestualizzare... quello che lo ha reso unico per me era che aveva un effetto quasi lenitivo sulla mia inquietudine, mi sembrava ascoltando la sua musica e le sue parole che comunicasse direttamente con me, non era un'azione a senso unico la mia ma era come se molte domande, molti pensieri che sentivo dentro trovassero un interlocutore in De Andrè... sembrava mi capisse più di chiunque altro al mondo pur non avendomi mai parlato... la forza delle parole, della poesia, del saper esprimere l'animo immenso che aveva... e poi quando ne ascoltavo le inteviste? Restavo a bocca aperta una persona di un'intelligenza lucida e mai banale... nei momenti in cui mi sembra tutto indefinito De André mi viene in aiuto perchè mi emoziona sempre, mi fa riflettere, mi fa vibrare e mi stimola... tanti piccoli brividi mi accarezzano la schiena perchè "un uomo senza utopie, senza slanci e passioni sarebbe un cinghiale laureato in matematica pura..."


sabato 22 maggio 2010

L'insostenibile leggerezza del "mio" essere


Oggi sono inquieta da morire... mi sono svegliata apparentemente bene e dopo nemmeno un'ora aver aperto gli occhi sentivo che qualcosa andava storto, mi sono messa dinanzi la il computer per scrivere la tesi... inizio a leggere i documenti e già mi sentivo agitata ma non ne ero ancora consapevole... qualche segno però me lo suggeriva, se ci avessi fatto caso più attentamente me ne sarei accorta subito, la postura: spalle un po' curve, testa poggiata su un braccio, i capelli elettrici... l'intollleranza sale... mi sposto sul divano con la scusa di stare più comoda e da lì comincio a divagare... prima le notizie del giorno, poi facebook, poi un po' di musica che "dovrebbe rilassarmi"...pluff! quel briciolo di concentrazione è andato, svanito, sarà a spasso con la mia serenità... "maledizione mi dico"... sto male, fisicamente, sono intorpidita, i muscoli contratti, ho dolore alle spalle, sento i denti serrati e la bocca sempre meno propensa ad un sorriso, la pelle tesa e il suo colore spento... sono stanca e non ho energia... sto male, emotivamente, eppure il mio spirito si nasconde, è sempre più evanescente, mi confonde, mi fa credere che vada tutto bene, che mi sto riprendendo, eppure sento ancora quel fastidioso formicolio alla bocca dello stomaco, il respiro mi si blocca in gola e mi sembra di ingoiare aria piuttosto che buttarla fuori... uff! Non mi tollero! Voglio che tutto passi così com'è arrivato, che svanisca d'improvviso senza dover sempre analizzare, resistere, impegnarmi, sforzarmi, sforzarmi di non essere iraconda, sforzarmi di fare respiri lunghi e profondi che mi rilassino, sforzarmi di rimanere seduta quando ho voglia di perdere il pomeriggio e andare a passeggio, sforzarmi di non sentirmi in colpa se poi cedo alla passeggiata, sforzarmi di sforzarmi... sono stanca, vorrei dormire e risvegliarmi solo quando tutto tornerà a scorrere fluidamente e quando avrò recuperato la leggerezza della quotidianeità... ma quando mai le mie giornate sono trascorse senza un mal di pancia? Durante alcuni periodi, più o meno lunghi... Un'overdose di malox? Non servirebbe, è solo un a palliativo... voglio una soluzione definitiva, che lo risolva per sempre, non voglio più che mi si blocchi il respiro in gola e che il mal di pancia mi chiuda lo stomaco in una morsa più forte della mia capacità di reazione... Ormai odio la mia insostenibile leggerezza dell'essere... vorrei un essere solo leggero e non anche insostenibile, ma se così fosse non sarebbe più il mio essere? Posso vivere in un una me non più me sapendo quello che c'era prima della mia nuova me? No, non potrei! Allora voglio svuotarmi, resettarmi, cancellare e ri-riempirmi di nuovo... solo di leggerezza, solo di attimi, di cose serene, simpatiche, allegre, divertenti, basta insostenibili pensieri sul senso di questo, di quello, di quell'altro, dei perché, dei percome ecc. ecc. ecc.  
"Se io avessi due vite, nella prima inviterei Tereza a restare a casa mia e nella seconda la sbatterei fuori: così potrei fare un paragone e decidere come comportarmi. Ma si vive una volta sola. La vita è così leggera: è come uno schema che non si può mai riempire né correggere né migliorare. È spaventoso!"

Foto:http://imworld.aufeminin.com/profil/D20081005/12657380_9458_l_insostenibile_leggerezza_dell_essere_H221941_L.jpg

venerdì 21 maggio 2010

Breaveheart - Una tenerezza infinita

Erano anni che non vedevo Breaveheart, la prima volta avevo qualcosa come più o meno dieci anni, mi piacque da morire e piansi un sacco, tutto l'idealismo di cui è intriso, il valore della libertà... se lo rivedessi oggi per la prima volta mi piacerebbe ma non diventerebbe quello che per anni è stato il mio film preferito... ma il punto non è questo... mi ero dimenticata di questa scena del film che vi ripropongo di seguito... credo che l'unica parola per definirla e il sentimento che suscita sia una tenerezza infinita...

Il colino emotivo

Coffee and Cigarettes, foto di Valerie Os
Stamattina mi sono alzata, ho fatto colazione come al solito, anzi meglio del solito per via la torta di fragole preparata ieri da mamma. Dopodiché mi è venuta voglia di bere una tisana (non sono una da Zen e Yoga), ho aspettato che l'acqua bollisse, ho preso una tazza e ho scartato il sacchetto che racchiudeva la bustina con l'infuso... Verso l'acqua nella tazza e vi immergo la bustina... ops! Mi accorgo che è si è rotta e mentre l'acqua si colora mille foglioline d'erba vi si disperdono... Ma arriva lui: Il COLINO! la magica invenzione per situazioni del genere! Prendo un bicchiere, vi posiziono su il magico strumento e colo la tisana. Ed è proprio mentre vedo l'acqua ripulirsi di tutto il contenuto della bustina rotta che inizio a pensare: ma perchè non esiste un colino emotivo? Perché non possiamo versare solo le esperienze "pulite" nella nostra tazza e lasciare che la retina trattenga a sè tutti questi pezzettini fastidiosi di erbette che si impigliano nella lingua se non scartati? Perché con le tisane si può attingere solo all'essenza dell'erba e al suo potere benefico rilasciato nell'acqua per poi buttare nella spazzatura quello che resta e invece nella vita no? Perché la mia mente deve conservare sia il ricordo positivo che quello negativo? E soprattutto perché quello negativo ha più potere di farmi sentire male costantemente e più a lungo di quanto quello positivo possa farmi star bene? Perché la memoria "buona" mi sfiora regalandomi sorrisi meravigliosi e riportandomi a quello stesso grado di felicità passata ma solo per istanti brevissimi e quasi impercettibili i quali svaniscono al minimo rumore, odore che mi ributta crudelmente nel presente? E perché la memoria "cattiva" si accomoda e ha l'ardire di subaffittare la mia mente, senza il mio consenso e a data da definire, rendendo instabile il mio umore, confusionarie le mi attività quotidiane, distorta la mia percezione della realtà e a chiazze quella del futuro, ricordandomi per giunta che la sua antagonista non doveva essere poi così buona dato che si è trasformata in memoria e non in continuazione del passato che sfocia nel futuro... nel leggere questo post so già cosa mi risponderebbe mio padre, sento la sua voce, l'intonaziona, il volume, tutto suonerebbe così :"Sei tu il tuo colino, il tuo cervello è in grado di controllare la tua memoria, tanto la buona quanto la cattiva..." Il controllo di me è qualcosa di molto complicato, lo ottengo solo quando non lo cerco, quando non lo penso, in caso contrario sono completamente succube della mia sfrenata irrazionalità... l'argomentazione che mi salva è un'altra, la filosofia in basa alla quale una cosa esiste in quanto esiste il suo contrario, non c'è luce senza buio e viceversa, non c'è gioia senza tristezza, non c'è bene senza male, non c'è viaggio senza sosta... i pensieri poi divagano dal perno iniziale e mi viene in mente "Viceversa" di Mario Benedetti, l'unica poesia che rispecchia come mi sentivo fino a qualche mese fa e per tutto l'anno passato, come ci si sente quando si è innamorati.... fottuti e radianti, chissà se più il primo o il secondo e viceversa... da domani basta tisane, solo caffè e sigarette, che vanno d'amore e d'accordo, basta contrasti e chiaroscuri...

La foto si trova all'indirizzo :http://club.foto.ru/gallery/photos/1268956

giovedì 20 maggio 2010

L'amour tout court - Henri Cartier-Bresson

«Non ho nessun messaggio da rivelare. Niente da provare. Vedere e sentire. È l’occhio sorpreso che decide».


mercoledì 19 maggio 2010

La guerra fredda

Una canzone per Bobby Long di Shainee Gabel
Mi sono successe diverse cose in questi giorni, tutte più o meno piccole ma tutte più o meno degne di nota. Hanno lasciato un segno in me e mi hanno fatto riflettere. Vorrei raccontarvi di una sensazione romantica che ho provato ieri sera parlando con un ragazzo col quale ho sentito subito un'intesa, mi sembrava di conoscerlo da tempo, oppure dello scatto di nervi che ho provato tra ieri e oggi per la frustrazione di non vedere fluidamente scivolare le parole sulle pagine della mia tesi, o ancora della interminabile lite d'amore che c'è tra me e mio padre e di cui ieri si è consumato un altro, ennesimo, round. Si, è di questo che vi parlerò anche se l'idea iniziale era un'altra. Come sempre non vince mai nessuno, si sentono solo urla, voci che si sovrastano l'una sull'altra, ognuno ascolta la propria piuttosto che quella dell'altro, i suoni si alzano poi scendono, poi le urla si stemperano e dopo che la rabbia ha avuto l'illusione di venir fuori tutta sotto forma di accuse, offese, recriminazioni, ci si arrende alla diversità, alla reciproca permalosità, al dialogo che non porta mai una posizione diversa dalla precedente... non può essere altrimenti, siamo due personalità distinte, ormai non più evoluzione ma già definite, formatesi a distanza... la tua in una distanza temporale in cui è impossibile che io entri a meno che qualcuno inventi una macchina del tempo e mi permetta di essere spettatrice della tua vita passata, proiettandomela come una pellicola su uno schermo cinematografico. Vedere che facevi, come reagivi agli eventi e che sensazioni ti producevano, come tutto ha inciso su di te facendo di te quell'uomo che oggi sei. La mia è una distanza spazio-temporale; un tempo storico in cui necessariamente c'eri, uno spazio in cui ci sei stato meno o almeno non costantemente. Tu sai chi sono e come sono oggi, forse non totalmente ma sicuro più di quanto io sappia di te, quello che non sai è tutto quello che ho fatto, come ho reagito a tutti gli eventi e che sensazioni mi producevano, quali e come tutti hanno inciso su di me facendo di me la giovane donna che sono oggi. Ci sono molte lacune, molti spazi vuoti, molti puntini sospensivi tra una parola e l'altra e mancano dei dati in relazioni a certi anni, a certi periodi più corti di anni ma intensi come tali. Sarà questo che rende la lotta estenuante e infinita? Forse è semplicemente questa la normalità del nostro rapporto? Non mi sento di ripetere quanto diceva Flaubert "Siamo come in un deserto, non riusciamo a capirci" perché non è così, adesso abbiamo delle discussioni che resistono alle discussioni stesse... forse il senso di tutto è la necessaria esistenza di punti di vista contrastanti... con qualche risata e sciocchezza come interruzione pubblicitaria...

lunedì 17 maggio 2010

American Beauty

C'é un'intera vita dietro ogni cosa e un'incredibile forza benevola che vuole sappiamo non ci sia biosgno di avere paura, mai?

domenica 16 maggio 2010

La vie en rose - Edith Piaf

Scoccando qualche freccia...

Robin Hood di Ridley Scott
Sono stata al cinema a vedere Robin Hood di Ridley Scott, rientro or ora, credevo sarebbe stato un polpettone trito e ritrito! Vi chiederete e che sei andata a fare? Per uscire di casa, per non passare il sabato sera davanti al computer o a vedere qualche cavolata in tv, per evadere dalle mie stesse cattive abitudini! E poi perché, diciamolo, Russel Crowe è un gran figo e, allargandoci un po', il costo del biglietto vale la sua vista! Scherzi a parte è sempre meglio stare in movimento, vestirsi, truccarsi, uscire, stare in compagnia, bagnarsi dato che oggi diluviava e, ciliegina sulla torta, il vento correva portandosi dietro tutto ciò che incontrava. Il film mi è piaciuto e mi ha fatto venire voglia di scoccare qualche freccia a mio vantaggio... da un paio di giorni ho ripreso a muovermi, non proprio a camminare ma a sgranchirmi i muscoli, a riscaldarmi diciamo... sto ricercando un po' di ordine e armonia nella mia quotidianeità; quella nella mia testa e nel mio cuore è ancora piuttosto lontana ma un passo alla volta, correre dopo un periodo così lungo di inattività rischierebbe di farmi stirare qualche muscolo o di farmi cadere; tutte cose che mi ricostringerebbero all'inattività! Ho già scagliato qualche freccia, ho ripreso la mia tesi, da più giorni le mie immagini mentali sono meno negative del solito, sto cercando un piccolo lavoretto che mi permetta di mettere da parte qualche soldino per un viaggio dopo la laurea o semplicemente per togliermi qualche sfizio... lentamente mi sembra che lo stesso sguardo che così a lungo è stato rivolto indietro stia voltando le spalle al passato per ritrovare, traendo spunto dal suo ricordo, quelli che erano i sogni del mio futuro. In maniera ancora non del tutto percettibile mi sembra di riconoscere quelle immagini rappresentanti i miei desideri mentre ritornarnano a galla... ancora vedo solo ombre ma riconosco che sono loro. Chissà che dopo questa pausa possano venir fuori con una forza maggiore... rise and rise again until lambs become lions... ribellarsi e ribellarsi ancora finché gli agnelli diventino leoni... ho dovuto insorgere tante volte contro di me per smussare alcuni lati di me che mi crevano qualche disagio e non ho ancora finito credo... timidezze e paure varie che spesso contrastavano con coraggio e sfrontatezza in altri ambiti... non mi ha mai creato nessn timore viaggiare sola eppure iniziavo a sudare e ad agitarmi quando dovevo presentarmi in pubblico o attirare una qualsiasi forma d'attenzione... sto smussando gli angoli "maligni" e lentamente torno in me, pur rendendomi conto che mi ero solo lasciata per un po' ma rimanendo nelle vicinanze ... ho iniziato a scoccare varie frecce, spero solo di non sbagliare bersaglio..

venerdì 14 maggio 2010

Caetano Veloso - Paloma - Hable con Ella

 ...cantaba, de pasión mortal moría... juran que esa paloma no es otra cosa más de su alma...que todavía la espera a que regrese a su desdichada...  
Cucurrucucu paloma, cucurrucucu no llores...  
las piedras jamás, paloma, ¿qué van a saber de amores?


mercoledì 12 maggio 2010

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare...


La tempesta perfetta di Wolfang Petersen
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, così si dice... sono in mare, senza tendere nè verso il dire nè verso il fare... vorrei fare quello che dico mhà... centellino le mie azioni. La verità è che non riesco più a fare quello che devo perché non voglio più farlo! Ma so che lo farò, con ritardo e a fatica, ma lo farò. Perchè il mio senso di responsabilità è sempre stato troppo più alto di me e perché perderebbe valore tutto quello che sono stata fin ora, tutto quello per cui ho sudato, ho gioito, ho provato ansia, ho raccolto energie. Lo farò ma a fatica. So perchè ho perso la disciplina, non è stata la perdita di esercizio e di rigore, anche ma sicuramente in parte minore, è stato perché prima quello che facevo era quello che volevo, VOLEVO fare quello che FACEVO! Era quello che mi faceva star bene tra le mille difficoltà che anche una situazione piacevole può portare con sé. Mi dondolo tra più scelte senza prenderne una, un po' perchè non ho un vero stimolo, non c'è una posizione che sia anche solo di una tacca più definita delle altre, anche di una percentuale impercettibile, un po' perché non vedo il senso in nulla, un po' perché ho paura di sbagliare oggi e non poter tornare indietro domani... un po' perchè navigando in mare è normale non vedere altro che l'orizzonte. Forse ho perso qualcosa per strada o questo qualcosa si sta evolvendo verso altro di cui non riesco a vedere la forma nuova... sta di fatto che mi sento per metà persa in me e per metà nel mondo eppure stranamente un po' più forte di come sono sempre stata fin ora. In fondo devo solo aspettare di essere al centro della stanza per avere una visione più armoniosa e totale della situazione o potrei appellarmi alla massima "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma". Qualcosa è già cambiato... mi si è rotto il cellulare, sono sempre stata per la politica dell'essenzialità, cioè comprarne uno senza troppi accesori, giochi, giochini e stronzate varie o un modello super fashion, ultimo grido che ti facesse sentire alla moda... l'importante era che non si rompesse il giorno dopo e che avesse utilità basiche più sveglia e promemoria perché così evito di andare in giro con mille bigliettini che mi ricordino quelo che devo fare... bene dentro di me avanza l'abrogazione delle politica dell'essenzialità, ieri ho comprato un semplicissimo ed essenzialissimo nokia però dopo averlo preso comincio a dirmi "e perché non prenderne uno un po' meno essenziale???" Sono sempre stata per la naturalezza e il trucco zero o trucco acqua e sapone, da un po' di tempo nulla mi piace più di usare rossetti stravaganti e darmi un po' di colore... non avevo mai considerato l'idea di poter diventare un po' civettuola (anche l'inutile cellulare fashion rientra in questo spostamento di rotta), sono sempre stata una Katie io, non credevo di poter avere anche solo una impercettibile attrazione per Barbie! Anche se difficilmente smetterò di credere "che gli uomini sono i loro principi", pur rendendomi conto benissimo che il mondo va, non come dice Katie bensì, come dice Hubble e cioè che la vita è troppo seria per prenderla seriamente... forse cerco di unire le due cose: continuo a credere nei miei principi velandoli con un tocco di rossetto cercando così di alleggerirne un po' il peso... di tanto il tanto per calmare la tempesta nel pieno della quale navigo...

martedì 11 maggio 2010

Que será será

Il pensatore di Rodin
Da quando scrivo questo blog mi tornano alla mente tanti piccoli episodi, sensazioni, attimi della mia infanzia che avevo rimosso, che non ricordavo nemmeno di aver vissuto. Mi tornano alla mente come un film non ancora montato, immagini sporadiche, disordinate che spesso a fatica riesco a mettere in ordine perchè è passato troppo tempo e non trovo la chiave di certi cassetti o il giusto pezzo per ricomporre il puzzle. Un paio di giorni fa io e mia madre siamo andate in paese, quello dove trascorrevo l'estate con mia nonna e mio fratello quando mamma lavorava, quello dove mi sbucciavo le ginocchia, non ci andavamo da un secolo forse.... mi è sembrato fosse passata una vita intera... che strano ci stavo 2 o 3 mesi all'anno in pianta fissa e poi finché nonna non tornava in città andavamo quasi tutti i fine settimana a trovarla. Quindi una strada che dovrei conoscere centimetro per centimetro quella che porta da qui a lì... e invece non mi ricordavo quasi nemmeno come ci si arrivasse, infatti ho sbagliato percorso e mamma si è anche incazzata perché abbiamo allungato e perso tempo. La strada che porta in paese è una statale o forse nemmeno, diciamo che è un pezzo di cemento in mezzo alla campagna verde, campi e campi di verde. Faceva caldo, era tarda mattinata quindi abbiamo abbassato i finestrini sperando in un po' di vento che rendesse più piacevole e meno afoso il tragitto... è stato in quel momento che mi è tornata a far visita tutta la mia infanzia.. abbassando i finestrini... l'odore del concime proveniente dai campi e il cicaleccio della primavera di campagna... mi sono ricordata, d'improvviso come se avessi preso la scossa, tutti capricci che facevo affinché mamma rialzasse i vetri perché non potevo sopportare quell'odore, l'odore della natura... e da lì una discarica di ricordi mi è piovuta addosso... più che un post potrei scrivere un romanzo tanti sono... poi stamattina per caso ho ascoltato Que serà serà di Doris Day e il gioco è fatto! Ultimamente mi sembra di vivere nel passato, non nel senso negativo del termine o forse si, però senza poter controllare la mia mente miliardi di ricordi mi assillano, il futuro e il presente mi sembrano in sciopero... strano per una che è stata una bambina petulante, con la voce squillante e che non stava mai ferma... una vera rompiscatole diciamoci la verità, molto vivace... ho sempre vissuto il presente senza rendermi conto che lo vivevo, agivo e basta senza pensarci troppo... quando mi metto a pensare mi blocco il più delle volte, soffro di panico da futuro perché, come tutti credo, vorrei che fosse pieno, o forse non c'è un giusto aggettivo, vorrei solo che fosse come vorrei,  innanzitutto più scorrevole. In ogni caso sono sempre stata una che guardava molto al passato (anche quello rimosso perché cercavo di capire e analizzare cosa non fosse andato o per ricordare le cose belle) e al futuro, sono una da grandi speranze "dickensiane", una che mentre ne fa una ne vorrebbe fare altre mille contemporaneamente. E come tutti quelli che stanno sulle Nuvole e passano la loro vita metà nella realtà e l'altra metà nel Pensatoio mi sono sempre fatta mille domande e da piccina chiedevo sempre a mamma se sarei stata bella, ricca, che lavoro avrei fatto, se avrei fatto il lavoro che volevo, se avrei viaggiato tanto, se sarei stata tanto amata, se sarei stata felice... i mille perché e per come dei bambini petulanti... anche di questo mi ero dimenticata e Doris Day ha riportato a galla domanda e risposta... que será será, whatever will be, will be, the future's not ours, to see...

sabato 8 maggio 2010

Per avere disciplina ci vuole troppa volontà

Tamara de Lempicka - Jeune fille aux gants 1930
C’ho messo un sacco di tempo per diventare una persona disciplinata o meglio una studentessa disciplinata… sono stata sempre brava a scuola ma mai ordinata, mai concentrata per troppo tempo, mai metodica e didascalica… ho sempre studiato bene per il tempo che studiavo… ma avevo sempre orari sballati, metodi sui generis e del tutto personali; tutto questo spesso mi portava a studiare fino a tarda notte e magari svegliarmi tardi la mattina con annesso di insonnia spesso causa di nervosismo. Ma lo studio è sempre stato il mio canale, il mio mezzo e il mio fine. La cultura mi ha sempre affascinato, ho sempre cercato le risposte, che amici -  familiari -  sconosciuti -  la vita -  non mi sapevano dare, nella conoscenza, nei libri, nella poesia, nei dialoghi, nelle massime, nel teatro, nei film… nell’arte e nella cultura in qualsiasi sua forma. Tutte cose irreali e immaginate che però prendono spunto dalla realtà, esasperandola, in commedia o dramma che sia. Franklin diceva che le parole sono come pugni nelle nostre coscienze, per me sono state valanghe, ossessioni quasi… niente come le parole sensate, piene, emozionanti e stimolanti mi hanno “salvata” dal vuoto e dal buio in cui, ahimè, sono spesso caduta. Niente mi ha fatto sentire peggio delle parole scarne, di quelle dette tanto per far prendere aria ai polmoni, dello sciocco e inutile dire. Mi ci è voluto davvero tanto per diventare disciplinata, per imparare a legarmi alla sedia come faceva Vittorio Alfieri e costringermi all’ordine e ad orari decenti. Ne ho ricavato un sacco, mi sono resa conto che la “me” precedente dava tanto e bene ma che la “me” posteriore riusciva a dare il massimo e quell’attimo che viene subito dopo una prova, un esame, lo sforzo ,ripaga come poche cose… in fondo la felicità non è che il riuscire in qualcosa in cui ci si impegna tanto e a cui si tiene tanto… io mi sentivo felice quando dopo stress e stress e voglia di imparare e ore passate ad imparare mi rendevo conto di quanto fossi capace e di come mi riuscisse bene. Anche se faticoso diventava leggero perché era un tempo pieno, colmo, intensivo, impiegato a fare qualcosa che mi riempiva, mi arricchiva le giornate e la mente e, suppongo, anche il cuore. Mi ci è voluto davvero tanto per diventare disciplinata cioè una crisi emotiva, giorni di nullafacenza, tempo perso a guardare il soffitto, un sacco di parole non dette, un sacco di parole dette, un sacco di nervosismo, giri in tondo, avanti e indietro, litri e litri di lacrime e poi il nulla, per un po’… lo stand by… poi la paura di non riuscire e poi il provare e capire che se “tieni duro tutto andrà bene”… poi staccare la spina.. totalmente per un po’ di tempo e poi l’amore, nuove benefiche amicizie, tante risate, tante piccole pazzie, tanta voglia di fare qualcosa di nuovo, di andare avanti per vedere che c’è alla fine di un sentiero, la fretta di intraprenderne uno nuovo quando si sta ancora percorrendo il vecchio. Poi l’ansia, il continuare anche se tutto comincia a declinare, poi il regredire. Ho perso la mia disciplina benefica, faticosa e rigenerante. E poi lo scrivere questo blog invece della mia tesi! Poi l’abbandonare e l’abbandonarsi… e ora? Ricominciare? Da dove? Da zero o da tre come diceva Massimo Troisi? Da una riga per volta, forse… Per avere disciplina ci vuole troppa volontà...

giovedì 6 maggio 2010

"Elogio della follia"

Mia madre dice che sono un manicomio, racchiudo dentro di me tanti pazzi... mi viene in mente L'amore ai tempi del colera quando Gabriel Garcia Marquez dice che il cuore ha più stanze di un casino.. la pazzia credo sia qualcosa legata al cuore più che al cervello, nessuno credo sia mai impazzito di razionalità... tanti tipi di pazzi, tanti tipi di pazzia, ognuna scaturita da una causa diversa, ognuna esplosa per un differente motivo, ognuna ha subito l'influenza dell'ambiente circostante, delle emozioni vissute e non, della gente con cui è entrata in contatto, ognuna si è evoluta diversamente... qualcuna è guarita, qualcun altra no, continua a vagare nei labirinti e nei meandri del caos umano cercando una soluzione, qualcun altra ha deciso di mollare, ha gettato la spugna e semplicemente si esprime in un delirio mistico, qualcun altra ha avuto bisogno della camicia di forza perchè si faceva del male e andava in qualche modo bloccata, molte hanno usato la follia per arrivare alla saggezza, la maggioranza è  chiusa in un cassetto e veste i panni della normalità, segui il filone dei "di più", altre si esorcizzano incanalate in una forma d'arte che ne diventi espressione. Qualcuno ne muore soggiogato, altri la trascinano silenziosa per tutta la vita, attimo dopo attimo, pochi la contagiano a chi gli sta intorno, pochi ne fanno una piacevole compagna di viaggio con cui chiacchierare nei momenti di solitudine o da cui prendere spunto se privi di ispirazione. Alcuni la discriminano, altri la accolgono, parecchi fuggono da lei, altri la rincorrono.... io permetto che mi accarezzi i capelli quando sono inerme.

martedì 4 maggio 2010

Una primavera calcistica


Sognando Beckham di Gurinder Chadha
Oggi mi sono svegliata con la testa leggera eppure pesante, sto uscendo quasi ogni sera e non mi faccio mancare diversi bicchieri di vino che mi rendono prima allegra e poi mi conciliano il sonno... sorvolo la parte centrale in cui chiamo mio fratello in preda ad una crisi d'ansia. Mi dico che le cose vanno come vanno e basta, che l'unica cosa che si può fare è accettare che gli eventi abbiamo preso una piega piuttosto che un'altra o accettare che non siamo stati in grado con le nostre azioni di muovere verso un altro tipo di strada, perché non ci siamo impegnati abbastanza, perchè abbiamo capito troppo tardi qual era la mossa giusta da fare o quella sbagliata da evitare, perchè, perché, perchè... perchè ce ne potrebbero essere più di quanti ne potremmo immaginare... Accettare e andare avanti, pazientare facendo un bel respiro. Ultimamente ansimo invece di respirare profondamente. Inspirare, espirare cacciando via il negativo, lasciando che fluisca fuori... inspiro e mi resta un groppone sullo stomaco. "Al respirar non riesco ad immettere l'aria che  inalando mi porti il mondo dalla mia parte... respirare così forte che si rompa l'aria ...forse non respiro per non soffocare...." Sono iranconda. Lo sono stata 24 ore su 24 nelle ultime 72 ore e le vittime sono sempre le stesse, chi più mi è vicino subisce le mie sciocche rispostine con una spolveratina d'ira sopra... giusto un velo che rovina la conversazione e mi lascia la insulsa, e mai risolutiva, sensazione di scaricare i nervi. Non è mai così! Appena ragiono un po', e mi calmo tra me e me, scatta il senso di colpa per aver detto o fatto delle inutili considerazioni arrabbiate, per aver inquinato l'ambiente con le mie pedanti idee, per aver messo il muso e aver fatto i capricci come una bambina di 5 anni, fosse anche solo per 5 minuti. Forse dovrei andare a correre o fare ginnastica per eliminare tossine invece di incamerarne altre sotto forma di alcool. Ma ho avuto un 2009 pieno, bellissimo e distruttivo, non riesco ad abituarmi al fatto che sia finito di botto, senza preavviso e senza lasciarmi il tempo di farmi uno schema emotivo che mi permettesse di recuperare le forze per affrontare al meglio un 2010 così indefinibile più che indefinito. Nessuna corsa, nessuna psicologia sul 2009 o sulle prospettive passate e future (il presente oggi non esiste), quello che mi ci vorrebbe davvero sarebbe l'arrivo della primavera. Ma una primavera che abbia un minimo di costanza... ho avuto una giornata di primavera, di profumi inebrianti, di colori vivaci, di odori selvatici... sto imparando a giocare a calcio o meglio le regole, mi piace che mi si passi la palla, che mi si metta al centro dell'attenzione e i rigori che si battono alla fine possono essere eccitanti ma non credo sia uno sport che possa educarmi, non sarò mai una tifosa scalmanata... è una passione che può durare una stagione, come un'amante di passaggio mentre si aspetta il vero amore... credo che imparerò solo a calciare bene, mi prenderò la soddisfazione di qualche paio di goals cercando di stare molto attenta alle invasioni nella mia metà campo, ho un avversario imbambolato  dalla mia gonnella ma molto furbo...  ho avuto una giornata di primavera e forse ne avrò altre ma oggi sono già tornate le nuvole... non importa, per ora mi interessa solo imparare a dare qualche calcio...

domenica 2 maggio 2010

El sueño del caracol (Schneckentraum)

Questo corto è veramente bello, guardatelo... purtroppo non sono riuscita a trovarlo con i sottotitoli in italiano, in ogni caso é abbastanza comprensibile.