venerdì 30 aprile 2010

Milano, dicembre 2008

Autumn in New York di Mark Herman
Sto aspettando una risposta per un racconto che ho scritto e nel frattempo me ne viene in mente un altro ma questo non è tutta finzione o frutto della mia mente. Milano, dicembre 2008, pochi giorni prima di Natale. Cambiano le sorti dell'anno che sta arrivando. Per me l'anno si apre sempre a dicembre, invece di chiudersi. Succede sempre qualcosa di eccezionale, nel bene e nel male, che porta un cambiamento. Un inaspettato weekend con te. Sono felice come non mai, credevo ti avrei rivisto dopo chissà quanti mesi e invece ti ho lasciato meno di una settimana fa e ora  ti mandano a Milano, in Italia. "Wow" mi dico "il destino gira dalla mia, dalla nostra". Mi aspetti a Malpensa, in abito perchè sei lì per lavoro, sei così affascinante in abito, sono estasiata solo a guardarti. Hai imparato qualche parola di italiano, tipo prego, buongiorno o meglio buonciorno come dici tu, e pronto, pronto ti piace un sacco e io infatti di proposito te lo dico rispondendo al telefono invece di un "si" o di un "dijame". Mi chiami appena arrivi e mi dici "è arrivato a Italia", come sei buffo e come sono contenta. Passiamo ore stupende, passeggiamo, entriamo nel Duomo, dici che è la chiesa più grande che hai visto, strano la Spagna è piena di Cattedrali, giriamo per il parco e ti spiego come si sia diffusa la sciocca moda, da parte degli innamorati, di mettere i luccheti ovunque per via di un altrettanto sciocco film, Parco Sempione ne è pieno. Ti porto a mangiare la pizza, il tiramisù, la caprese, il riso con lo zafferano, ti faccio assagiare un amaro, ti piace. Andiamo in via Monte Napoleone, mi delude, è così stretta, immaginavo un bel corso, ti fissi a guardare le auto là intorno parcheggiate, ti piacciono i motori, a me no, io preferisco un poetico rumoroso e vecchio maggiolone ad una ferrari. Fai una foto alla statua di Leonardo da Vinci, sei un uomo di scienza tu. Restiamo impressionati da alcune vetrine della galleria, è quasi natale quindi le luci e i fasti non si contano. Anche l'insegna del McDonalds sembra in oro. La città della moda. Non ha nulla di romantico ma devo dire che mi piace, certo non mi fa impazzire ma mi piace. Ci sei tu e tutto il resto è paesaggio. Siamo in piazza Duomo, tutto è vago tra noi, siamo contenti, sorridiamo ma non si parla mai del dopo, è ancora presto ed è un argomento che scotta, siamo così lontani... e non ho mai sentito nessuno vicino come te. Ironia della sorte. Non ci penso, mi godo il weekend, non mi importa di sapere se posso considerarti il mio fidanzato o meno, se già senti lo stesso affetto che sento io, se quando mi pensi ti viene un sorriso ebete in viso come a me. Non mi interessa perché sento che quando siamo insieme sei con me e non ho mai provato nulla del genere. Non mi ero mai sentita "insieme", non c'era mai stato un noi anche se non c'è ancora un noi. Sei tu, lo so pur non sapendolo. E anche se sentirmi così vaga mi fa più male quando varchi il confine ora sono felice e mi basta. Siamo in piazza Duomo, si avvicina un africano e vuole venderci un braccialetto, di quelli colorati a cui si facevano i tre nodi e si esprimeva il desiderio che si sarebbe realizzato quando si sarebbe rotto. Mi ferma, ci opprime un po', cerchiamo di proseguire ma è simpatico e restiamo a scambiare qualche chiacchiera. Scioccamente mi viene da parlargli in spagnolo. Lui vuole necessariamente venderci i braccialetti e d'improvviso mi chiede "Is he your boyfriend?"... mi blocco, che devo dire? é il mio fidanzato? Un'espressione di tristezza ti invade il viso, confuso biascichi un impercettibile "è complicato"... mi sento gelare il sangue e forse un po' mi incupisco. Ma è vero, è complicato. Ma sei sincero, solo le persone sincere non riescono a mentire nemmeno agli estranei e si sentono a disagio dinanzi ad una domanda scomoda fatta da qualcuno a cui non dobbiamo rendere nessun conto. Capisco anche da questo che sei come me, sei fatto per me. Lo so sei tu quello giusto. Prendiamo i due braccialetti, ce li leghiamo al polso e continuiamo la nostra visita di Milano. Non esprimo nessun desiderio, tutto ciò che voglio mi sta già tenendo la mano... 

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