sabato 8 maggio 2010

Per avere disciplina ci vuole troppa volontà

Tamara de Lempicka - Jeune fille aux gants 1930
C’ho messo un sacco di tempo per diventare una persona disciplinata o meglio una studentessa disciplinata… sono stata sempre brava a scuola ma mai ordinata, mai concentrata per troppo tempo, mai metodica e didascalica… ho sempre studiato bene per il tempo che studiavo… ma avevo sempre orari sballati, metodi sui generis e del tutto personali; tutto questo spesso mi portava a studiare fino a tarda notte e magari svegliarmi tardi la mattina con annesso di insonnia spesso causa di nervosismo. Ma lo studio è sempre stato il mio canale, il mio mezzo e il mio fine. La cultura mi ha sempre affascinato, ho sempre cercato le risposte, che amici -  familiari -  sconosciuti -  la vita -  non mi sapevano dare, nella conoscenza, nei libri, nella poesia, nei dialoghi, nelle massime, nel teatro, nei film… nell’arte e nella cultura in qualsiasi sua forma. Tutte cose irreali e immaginate che però prendono spunto dalla realtà, esasperandola, in commedia o dramma che sia. Franklin diceva che le parole sono come pugni nelle nostre coscienze, per me sono state valanghe, ossessioni quasi… niente come le parole sensate, piene, emozionanti e stimolanti mi hanno “salvata” dal vuoto e dal buio in cui, ahimè, sono spesso caduta. Niente mi ha fatto sentire peggio delle parole scarne, di quelle dette tanto per far prendere aria ai polmoni, dello sciocco e inutile dire. Mi ci è voluto davvero tanto per diventare disciplinata, per imparare a legarmi alla sedia come faceva Vittorio Alfieri e costringermi all’ordine e ad orari decenti. Ne ho ricavato un sacco, mi sono resa conto che la “me” precedente dava tanto e bene ma che la “me” posteriore riusciva a dare il massimo e quell’attimo che viene subito dopo una prova, un esame, lo sforzo ,ripaga come poche cose… in fondo la felicità non è che il riuscire in qualcosa in cui ci si impegna tanto e a cui si tiene tanto… io mi sentivo felice quando dopo stress e stress e voglia di imparare e ore passate ad imparare mi rendevo conto di quanto fossi capace e di come mi riuscisse bene. Anche se faticoso diventava leggero perché era un tempo pieno, colmo, intensivo, impiegato a fare qualcosa che mi riempiva, mi arricchiva le giornate e la mente e, suppongo, anche il cuore. Mi ci è voluto davvero tanto per diventare disciplinata cioè una crisi emotiva, giorni di nullafacenza, tempo perso a guardare il soffitto, un sacco di parole non dette, un sacco di parole dette, un sacco di nervosismo, giri in tondo, avanti e indietro, litri e litri di lacrime e poi il nulla, per un po’… lo stand by… poi la paura di non riuscire e poi il provare e capire che se “tieni duro tutto andrà bene”… poi staccare la spina.. totalmente per un po’ di tempo e poi l’amore, nuove benefiche amicizie, tante risate, tante piccole pazzie, tanta voglia di fare qualcosa di nuovo, di andare avanti per vedere che c’è alla fine di un sentiero, la fretta di intraprenderne uno nuovo quando si sta ancora percorrendo il vecchio. Poi l’ansia, il continuare anche se tutto comincia a declinare, poi il regredire. Ho perso la mia disciplina benefica, faticosa e rigenerante. E poi lo scrivere questo blog invece della mia tesi! Poi l’abbandonare e l’abbandonarsi… e ora? Ricominciare? Da dove? Da zero o da tre come diceva Massimo Troisi? Da una riga per volta, forse… Per avere disciplina ci vuole troppa volontà...

1 commento:

  1. Signorina o Signora ,le consiglio di andare a ballare ,elimina lo stress

    RispondiElimina