Una considerazione scritta qualche anno fa e mai pubblicata.
Quando le tue azioni o non azioni o il modo di condurle creano dispiacere, angoscia in qualcun altro, senti di averlo deluso. Ma la delusione da che deriva? Da noi stessi o davvero dagli altri? Scaturisce dall'aspettativa che noi stessi ci creiamo oppure l'origine e la ragione vivono davvero nell'altro? La subiamo, ce la creiamo, la riceviamo? "Mi hai deluso", "mi sento deluso", frasi simili ma diverse: nella prima la responsabilità è attribuita all'altro, nella seconda indica uno stato d'animo. L'origine etimologica del verbo delúdere viene dal latino delúdere, composto dalla particella de ovvero di e lúdere cioè prendersi gioco da ludus quindi gioco che figurativamente possiamo interpretare come inganno. Deludere significa quindi prendersi gioco di, ingannare gli altri nell'aspettazione, nella speranza, nella fede, nella credenza. Disingannare. Dare esito contrario alle speranze. Disilludere. Il contrario è soddisfazione, appagamento.
Dare esito contrario alle speranze. Una cosa veramente brutale.
Il contrario è soddisfazione, appagamento.
domenica 22 ottobre 2017
domenica 15 ottobre 2017
La gita - parte 1
C'era una gran confusione tra la scolaresca, tutti correvano e spingevano gli altri compagni. L'obiettivo era quello di conquistare i posti più ambiti sull'autobus che avrebbe portato due classi in giro per la Grecia. Bisognava sedersi ai posti indietro, più in fondo si stava, più fighi si era e la classe che avrebbe preso il maggior numero di sedili sulle ruote avrebbe dominato la scena. Davanti stavano gli sfigati, i secchioni, vicino ai professori e all'autista. Allora tutti a correre, l'uno contro l'altro senza nemmeno un motivo preciso se non quello di uno status sciocco creato da ragazzini sciocchi. Questo pensava Caterina: "sono tutti dei deficienti". Però pure lei si mise a correre, non voleva sedere con gli sfigati, voleva anche lei il suo posto tra le file posteriori. Lei che aveva sempre voluto primeggiare ed essere in prima fila in tutto nella vita e soprattutto a scuola, ora ambiva a stare in mezzo ai compagni che tanto disprezzava. Nessuno sarebbe stato interrogato e nessuno avrebbe preso un voto durante questa settimana, qui si vinceva diversamente, non era certo il sapere che contava. Bisogna stare nel gruppetto dei compagni spavaldi, quelli popolari, sedere al tavolo con loro, cercare di stare nella stanza dell'albergo con loro. Durante questa settimana contava solo questo. Caterina era riuscita a sedere non proprio nell'ultima fila ma abbastanza indietro da poter stare nell'area della gente che contava. La gita era iniziata e tutto poteva succedere!
domenica 8 ottobre 2017
Senza titolo
Tu mi volevi meno guerrigliera e attaccabrighe
Io ti volevo più inquadrato e tra le righe
Tu mi volevi meno costruita e più sciolta
Io ti volevo un po' più tenero e meno assorto
Ci volevamo un po' diversi
eppur ci volevamo
come non ci aveva voluto mai nessuno prima di noi
Io ti volevo più inquadrato e tra le righe
Tu mi volevi meno costruita e più sciolta
Io ti volevo un po' più tenero e meno assorto
Ci volevamo un po' diversi
eppur ci volevamo
come non ci aveva voluto mai nessuno prima di noi
domenica 1 ottobre 2017
La nuvola
Tu sai volare?
No, mi muovo su di una nuvola
ma la nuvola si muove lentamente
perché ho una mente pesante
E non puoi buttar via qualcosa?
No, mi muovo su di una nuvola
ma la nuvola si muove lentamente
perché ho una mente pesante
E non puoi buttar via qualcosa?
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