giovedì 22 luglio 2010

A ladro, a ladro!

Essere John Malkovich di Spike Jonze
Sono stata per una settimana e poco più in un labile stato di grazia  che sembrava prolungarsi per tantoooo tempo... ma essendo appunto labile doveva finire, si avvia alla sua conclusione... sarà perché ieri ho trascorso più di due ore con ben due!!non una ma due!!coppie almeno all'apparenza felici, sarà perché per quanto vada avanti mi sembra che i miei passi siano così lenti e quindi impercepibili, sarà che ho riletto qualche tua vecchia mail e senza volerlo mi sono commossa perché era dolcemente simpatica e semplice... la simpatia e la dolcezza poco c'entrano, perché era tua! Sarà che voglio un abbraccio nuovo e sentito ma vedo solo vecchie armi, sarà che voglio un bacio ma non mi attirano le labbra di nessuno... sarà che voglio entrambe le cose... sarà che ho gli occhi sempre stanchi e più riposi più mi sembra di sentirmi confusa... sarà che ho ripreso a fare sogni strani e strambi... sarà che sarà così... sarà la transizione, la scossa d'assestamento, la ricostruzione che è sempre lenta e faticosa a fronte di una distruzione istantanea e semi-totale... tu credi sia così ma prima di traballare il sistema nervoso accumula un bel po' e il cuore prima di rifiutare qualsiasi stato di calma e pazienza incassa parecchi scossoni... sarà che la tristezza è gratis come dice De Andrè e ogni tanto ne facciamo scorta... sarà che trovo tutto vecchio ed intollerante, anche il tuo pensiero è così nervoso e malinconico, quasi ti odio a tratti perché non torni ma neppure vai... stai in biblico con me, sull'altalena... mi è capitato due volte nella mia vita di perdere il portafogli con i documenti e tutto il resto... una volta mi cadde in un locale, la seconda me lo rubarono in metro a Madrid, la sciocca boluda che sono era troppo impegnata a stamparsi il sorriso in faccia all'idea che tra 48 ore ti avrebbe rivisto per stare attenta a chiudere come si deve la borsa... entrambe le volte una scocciatura assurda, denuncia, rifai documenti, fai foto del formato adatto, stai appresso ad impiegati del comune che ti fanno perdere le staffe ogni 3 parole... ogni volta che ho dovuto rifare i documenti ero in una fase di mutamento o questa era già terminata... ero una nuova me e anche il mio viso lo delineava quindi nuova foto, nuova identità, stessi dati... ho fatto un sogno, perdevo la mia borsa sulla metropolitana in argentina... non la perdevo, la dimenticavo, forse volutamente... e poi mi agitavo come una matta perché dovevo ritrovarla, DOVEVO, e l'impiegato dell'ufficio non mi dava ascolto, anzi dava priorità a due signore venute dal secolo scorso ma arrivate dopo di me... alla fine dopo vari minuti di mie urla e scenate mi si rivolgeva più gentilmente e mi dava una mano... nessuna traccia della mia borsa... cammino sconsolata col mio amico per le strade di chissà quale città argentina, è sera, ci sono negozietti antichi in chiusura, colori matti, la luce pacata dei lampioni ci accompagna... io cammino silenziosa e pensierosa... non ho nulla né soldi né identità dovrò tornare a casa, non posso restare... non voglio tornare a casa... non voglio mai tornare a casa in realtà... mi hanno rubato l'identità, tutto quello che mi delinea mi è stato rubato... un momento non è così! Ho lasciato io volutamente o per distrazione la borsa in treno.... è una mia responsabilità in entrambi i casi: o mi sono abbandonata o mi sono distratta, mi sono dimenticata di me... perché urlo che mi hanno derubata allora? Perché cerco sempre di de-responsabilizzarmi per tutto quello che ha a che fare con la mia anima... Perché lascio la mia identità sul treno? Perché decido io quando perdermi e trovarmi, quando abbandonarmi e ricercarmi, quando cullarmi e quando prendermi a schiaffi... o forse perché volevo che qualcuno la trovasse, la scoprisse, magari la apprezzasse e la amasse oppure la rimettesse a posto e me la rimandasse decostruita e ri-assemblata nel giusto modo... forse sono solo annoiata e confusa e non voglio prendermene cura, non so farlo e per quanto ci provi non la porto mai dove vorrei realmente stesse... oppure l'ho abbandonata perché volevo liberarmene definitivamente, tagliare con essa e partire da zero creandone una nuova dato che la vecchia non mi ha dato altro che soddisfazioni cerebrali e transitorie... chiudere col passato opprimente per sempre, lasciare che si perda in mezzo al mondo e non torni più a me... si si, lo so, il passato è come la storia maestro di vita, non voglio più maestri di vita... voglio compagni di vita... non mi serve un nome, un cognome, una data di nascita, un numero di previdenza sociale... questi dati scadono e si rinnovano ogni cinque, ogni dieci anni ma io ogni giorno sono diversa da ieri e uguale a domani... il mio stato di grazia va via lentamente, si allontana ora dopo ora, ancora non mi manca, sento il suo odore... mrs tristezza-sempre-uguale e che non si cambia mai d'abito si avvicina... la accolgo male, taciturna e indifferente ma mesta... continuo a far ciò che sto facendo e fingo di non notarla, la ignoro eppure è l'unica che mi fa compagnia e mi spinge a scrivere... Che fare? Voglio scacciarla in malo modo, crudelmente, istericamente ma non posso... ho lasciato la sgarbataggine nella borsa sul treno insieme a tutto il resto dell'identità... non posso far altro che aspettare, così com'è venuta andrà via... qualcuno la invocherà... "adda passà 'a nuttata" 

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