Lost in Translation di Sofia Coppola, 2003 |
Sono in una fase di transizione, tutto è in indefinito, in itinere, in evoluzione... tutto cammina e nulla si muove: i miei capelli sono nè lunghi nè corti, nè scalati nè regolari, la mia pelle riflette il mio stato d'animo, i miei sbalzi d'umore, caldo/freddo, allegria/tristezza, un giorno è liscia e levigata, quello dopo è contratta e spenta come i miei nervi, la mia concentrazione è totale oggi, disconnessa o nulla domani e/o per altri due o tre giorni, la mia voglia di continuità inesistente, la mia voglia di te persistente e assillante, la possibilità di ritorno illusoria e incosistente... Piove, un acquazzone sospeso da tre giorni che si preannunciava senza lasciare intuire l'esatto momento in cui si sarebbe scatenato in tutta la sua forza, proprio come i momenti di transizione, non sai quanto dureranno, quale sarà l'esatto istante in cui si concluederanno lasciando spazio alla nuova situazione che chiuderà il cerchio dell'irrealtà emotiva in cui vivi, dell'insensatezza irrequieta che ti accompagna in ogni azione che fai, della fuga che programmi e che non credi di poter realizzare perché ogni attimo è quello in cui ti sembra che tutto si evolverà mentre si trasfroma in null'altro che in uno dei mille puntini sospensivi che non sai dove porteranno, che non sai che disegno finale produrranno una volta messi assieme... stop!basta! Odio la transizione, lo svolgimento della trama, l'evoluzione del personaggio, il cambiamento passo dopo passo... è asfiassiante, claustrofobico, cieco, maledettamente girovago e insensatamente logico... è necessario... per questo lo odio, perché non voglio percorrerlo, non ora, non più... voglio due estremi con il vuoto in mezzo e saltare da un capo all'altro, trovarmi sull'altra sponda del fiume, sull'altro lato del ponte...voglio essere oggi chi sarò alla fine di questa andata e ahimé non posso perché non sarò quella me senza attraversare questo zig zag che mi dà il mal di mare... sono persa nella mia transizione... dormo senza riposare, scrivo senza esprimere, cammino senza lasciare impronte, parlo senza ascoltare, mangio senza nutrirmi, bevo senza dissetarmi, pulso senza sangue, guardo senza vedere, ti amo pur avendoti dimenticato... né fuori né dentro, nè tutto né niente, né cielo né terra, né inferno né paradiso... ma solo quel miscuglio di ingredienti che fa di me una centrifuga impazzita...
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