Spellbound di Salvador Dalì |
Tenera è la notte diceva Fitzgerald... Tenera è la notte degli amanti, degli amati, degli amici che fanno bisboccia, di chi balla alla luce della luna, di chi dorme un profondo sonno senza sogni, di chi legge affannosamente verso la fine di un libro perché non può rimandare a domani il finale della storia... meno tenera è quella di chi soffre d'insonnia, di chi vaga per le strade buie e solitarie in cerca di qualcosa, di chi fa zapping sperando in un film o qualche programma che gli concili il sonno, di chi non riesce a bloccare milioni di immagini e storie che la mente scrive nell'oscurità silenziosa, di chi conta le famose pecore che poi si addormentano al posto suo... la notte... qualche notte è il tempo dell'insonnia, dell'irrazionalità, del tormento per quello che di giorno ti prefiggi di non cercare più, per quello che credi di riuscire a non desiderare più... di notte il corpo è sfinito e la mente è stanca e per quanto sveglia si mette a riposo, si affievolisce come una candela alla fine della cera... produce una luce fioca... pian piano si spegne e l'istinto, l'animale col sangue che ribolle fino alla pazzia esce fuori e prende piede, vaga indisturbato nella quiete del tuo sconclusionato e logico piano di seguire avanti. Di giorno credi di aver incatenato bene quella fiera che dice la verità ma col buio si rinfranca... è più forte di un toro dinanzi il rosso purpureo di un toreador... spezza tutto, romperebbe anche l'anima più sciolta e libera... qualche volta la notte produce domande a cui il giorno di solito non sa rispondere... la notte tutto dorme e i mostri si svegliano...
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