lunedì 21 giugno 2010

Il cinema

Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore
Quando ero piccola papà mi portava sempre al cinema, per sempre credo di riferirmi a quasi ogni domenica, ma poi era effettivamente così? Quando racconto del perché mi piaccia il grande schermo dico sempre così "quando ero piccola papà mi portava sempre al cinema...". In realtà non credo succedesse così spesso... forse una domenica ogni due o tre mesi, più o meno era questo l'intervallo di tempo tra una sparizione aliena e l'altra. Sempre se mi ricordo bene; certi ricordi sono sbiaditi e confusi, bhà forse rimossione psicologica. Sta di fatto che il cinema mi ha sempre affascinata da morire, questo luogo buio con questo grande schermo che proietta immagini a volume esagerato... fotogrammi che si susseguono uno dietro l'altro creando una storia... mi piacciono le storie, i personaggi, le personalità che gli si cuciono addosso, le emozioni forti e rumorose... mi piacevano molto le sequenze veloci con sottofondo musicale per narrare un periodo di transizione in cui il protagonista attraversa un periodo particolare... il veloce scorrere del tempo... una metafora delle difficoltà che passano col passare dei giorni o di una fatica da affrontare e alla fine della quale c'è la ricompensa... da bambina immaginavo sarebbe stata così la vita da grandi: ti succede qualcosa che scombussola il tuo ritmo? Non c'è problema! La vita diventa una sequenza veloce con una bella musichetta che accompagna le tue azioni quotidiane e quando la canzone finisce sei in una nuova scena, tutto è passato, migliorato o peggiorato a seconda della trama... peccato che non sia davvero così, o per fortuna... le giornate passano e basta, né in sequenza veloce né in modalità moviola... passano un'ora alla volta...il più delle ore trascorse mi sembra di perderle a perdere tempo... potesssi sedermi per un po' in riva ad un fiume, vedrei acqua scorrere e null'altro, almeno mi passerebbe l'ansia di non poter più recuperare ciò che mi è già passato innanzi... fischietterei senza poter smettere, proprio come quando a 5 o 6 anni imparai a farlo dopo tanti tentativi. Non facevo altro che fischiettare tutto il giorno. Il buio del cinema è qualcosa di mistico, sei là nella tua poltrona, in mezzo a tanta gente di cui vedi solo le sagome e che non ti vede, nessuno ti vede, nessuno ti guarda, nessuno vuole nulla da te e tu non ti aspetti nulla da loro... ah che meravigliosa solitudine nella quale non ti devi sentir solo; sei là concentrato sullo schermo, sulle parole, sull'evoluzione della storia e il buio concilia a meraviglia con questa condizione.. crea quell'atmosfera di magia che si stabilisce tra te, che sei reale, e i personaggi inventati che ti recitano davanti... si crea un sentimento di comunione, ti sembra di essere dentro il video alle volte... il pathos, la comunicazione, l'immedesimazione... per qualche ora esci da te ed entri nella te che vorresti essere... immagini, fantastichi... poi le luci si accendono e sai che dopo questo breve intervallo il vero film inizia

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